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Giovanni Pellinghelli del Monticello
Leggi i suoi articoliNew York. La nuova strategia delle grandi case d’aste internazionali, le cosiddette majors (Sotheby’s, Christie’s, Bonhams in primis) attuata per rilanciare a livello mondiale il mercato dell’arte antica, se non come in Italia languente e sovrastato da quello dell’arte contemporanea, certamente non più ricco di risultati eclatanti come negli anni passati, sta dando i suoi positivi frutti.
Anche se all’apparenza sembrerebbe di aver solo rinnovato una definizione, cambiando l’«etichetta» Old Masters in Classical Art, la strategia è assai più complessa e comporta la creazione, in particolare sul mercato americano a New York, di vere e proprie settimane dedicate all’«Arte Classica» (ricomprendendo nel concetto anche l’Arte Orientale che sempre più si afferma come un asset fondamentale nei bilanci delle majors, data l’aggressiva vivacità dei compratori orientali verso il loro patrimonio artistico originario) così da offrire ai collezionisti e mercanti d’arte un’offerta massiccia, che per quanto suddivisa per sedute per genere e tematiche (Antichità, Old Masters generici, opere legate a un determinato periodo storico o artistico) realizza sul compratore quasi un bombardamento di opere in cui brillano quelle di primo e primissimo piano, ma della cui luce riflessa godono anche i lotti di minore qualità.
Una strategia da mass-market ma che, alle prime verifiche, sembra funzionare.
Ne danno appunto conferma i risultati della Classic Week di Christie’s al Rockefeller Plaza a New York dal 12 al 15 aprile: un risultato globale di circa oltre 70milioni di dollari per 482 opere vendute (il 72% dei lotti presentati), bidders da 48 Paesi dai 5 continenti, 14 lotti venduti per più di un milione di dollari e 8 nuovi record mondiali d’artista.
Comprensibile quindi la soddisfazione di Brook Hazelton, presidente di Christie’s Americas, che sottolinea: «Compattare le nostre aste nella Classic Art Week è stata una innovazione molta ben accolta dai clienti di Christie’s. Ciò è stato evidenziato da un aumento complessivo delle vendite [in termini percentuali di venduto per lotto], con il notevole aumento del 16% per la categoria dei dipinti antichi. Abbiamo anche assistito a una crescita di affluenza alle nostre anteprime del 29% [oltre 3mila visitatori in 5 giorni]. La strategia delle cross-category, introdotta per la prima volta con la Christie’s 20th Century Week, ha presentato le opere in un contesto coerente al modo in cui i collezionisti vivono e fruiscono l'arte, offrendo un mix innovativo di arti decorative e objets-d’art con dipinti antichi, antichità e scultura classica».
Fra i top price realizzati spiccano la scultura egiziana in legno di figura femminile risalente al Medio Regno, inizi della XII Dinastia (circa 1981-1802 a.C.) con 845mila dollari, il ritratto di Ferdinand duca d’Orléans (figlio primogenito di re Luigi Filippo) di Jean-Auguste-Dominique Ingres con 1.721.000 dollari; la «Sepoltura di Cristo» di El Greco con 6.101.000 dollari, «La Nascita di Venere» di Gaetano Gandolfi con 2.629.000 dollari, il piccolo tondo (olio su tela, diametro cm 34,4) di Jean-Honoré Fragonard (1732-1806) «L'Heureux ménage» a 1.295.000 dollari e, per l’arte asiatica, il dipinto su rotolo, anonimo ma datato 1560, «L’Assemblea di Buddha Shakyamuni», dedicato alla regina di Corea Munjeong (1501-65)
che appunto ripristinò il Buddhismo come religione ufficiale del regno, con 1.805.000 dollari (questa anche nuovo record per l’arte coreana).
I record assoluti per artista vedono varie presenze italiane: l’«Andromeda» di Pietro Paolo Olivieri (1551-59), realizzata fra il 1580-1590 e fortunosamente ritrovata in dopo 35 anni di oblio in un magazzino in una cittadina del nord dello Stato di New York a 665mila dollari (record precedente la stessa opera venduta da Sotheby’s New York nel 1987 per 45mila dollari), la «Madonna in trono col Bambino e santi» di Bernardo Daddi (attivo a Firenze fra 1318-1348) con 3.861.000 dollari che ha superato il record a Sotheby’s Londra nel luglio 2004 dell’«Incoronazione della Vergine» per 2.919.480 dollari, e lo stupefacente incremento di Ridolfo Guariento di Arpo (attivo a Padova 1338-1370) che con il «Cristo Doloroso» venduto a 293mila dollari ha «polverizzato» il risultato del 1993 (5.808 dollari) da Dorotheum a Vienna.
Gli altri record vedono i fiamminghi Jan Corneliszoon Vermeyen (ca 1500-ca 1559) con il«Ritratto di Joost Aemszoon van der Burch» venduto a 2.741.000 dollari (record precedente «La Lamentazione», 271.357 dollari da Christie’s Londra nel luglio 2014) e Jan Massys (ca 1509-1575) con «Susanna e i Vecchioni» che ha realizzato 1.205.000 dollari (record precedente l’«Allegoria della Carità» venduto a 716.873 dollari a Sotheby’s Londra, nel 2012) e la protagonista della grande mostra in corso a New York, Élisabeth-Louise Vigée Le Brun (Parigi 1755-842) con un’opera del suo periodo russo, il ritratto di «Marja Grigorievna Viazemskaja, Principessa Golitsyna» (1772-1865), che ha realizzato 1.205.000 dollari a fronte del precedente record di 792mila dollari, sempre da Sotheby’s New York, nel gennaio 2003 con il ritratto della «Contessa Anna von Kageneck in veste di Flora».
Infine, per le arti decorative, una monumentale coppia di candelabri a 79 luci in cristallo della Compagnie des Cristalleries de Baccarat, circa 1915 ha realizzato 1.325.000 dollari (a fronte della scultura di Elefante in cristallo di Baccarat venduta per 776mila dollari da Sotheby’s Londra nel luglio 2015).
Negli stessi giorni, il 19 aprile, dall’altra parte dell’Atlantico, a Vienna Dorotheum vedeva altri due nuovi record d’artista: 1.200.000 euro per la perfettamente conservata «Natività» della bottega di Hans Memling e 870mila euro per «Il Giudizio di Paride» recentemente riscoperto, dipinto di bottega di Pieter Paul Rubens ma forse opera preparatoria totalmente autografa.

L'«Andromeda» in marmo di Pietro Paolo Olivieri, battuta al prezzo record di 665mila dollari

La «Natività» della bottega di Hans Memling battuta a 1.200.000 euro da Dorotheum a Vienna il 19 aprile

La «Madonna in trono col Bambino e santi» di Bernardo Daddi (attivo a Firenze fra 1318-1348) battuta 3.861.000 dollari

La «Sepoltura di Cristo» di El Greco battuta da Christie's a 6.101.000 dollari

La scultura egiziana in legno di figura femminile risalente al Medio Regno, inizi della XII Dinastia (circa 1981-1802 a.C.) aggiudicata da Christie's a 845mila dollari

Il ritratto di Ferdinand duca d’Orléans (1844) di Jean-Auguste-Dominique Ingres: 1.721.000 dollari

Jan Massys (ca 1509-1575), «Susanna e i Vecchioni»: 1.205.000 dollari

Jan Corneliszoon Vermeyen (ca 1500-ca 1559), «Ritratto di Joost Aemszoon van der Burch»: 2.741.000 dollari

Élisabeth-Louise Vigée Le Brun (Parigi 1755-842), «Marja Grigorievna Viazemskaja, Principessa Golitsyna» (1772-1865): 1.205.000 dollari

«Il Giudizio di Paride» recentemente riscoperto, dipinto di bottega di Pieter Paul Rubens, battuto da Dorotheum a Vienna per 870mila euro
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