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Un render dell’interno del V&A East Storehouse, disegnato da Diller Scofidio + Renfro © Diller Scofidio + Renfro, 2021

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Un render dell’interno del V&A East Storehouse, disegnato da Diller Scofidio + Renfro © Diller Scofidio + Renfro, 2021

Completi i grandi depositi del Victoria and Albert Museum a East London

Visita in esclusiva nel V&A East Storehouse (progettato da Diller Scofidio + Renfro) che aprirà al pubblico nel 2025 ma in cui sta iniziando il trasferimento di oltre 250mila oggetti delle collezioni museali, tra cui la «Ninfa dormiente» di Canova

Martin Bailey

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È stato appena completato il nuovo edificio del Victoria and Albert Museum (V&A) nella zona est di Londra, che ospiterà oltre 250mila oggetti delle collezioni museali ad accesso libero. Tra pochi giorni inizierà il trasferimento delle opere in quello che un portavoce del museo descrive come «il più grande trasloco del Regno Unito».

Il V&A East Storehouse aprirà ai visitatori nella primavera del 2025, contemporaneamente al vicino V&A East Museum. Insieme, i due progetti gemelli nell’ex sito olimpico di Londra 2012 rappresenteranno il più ambizioso progetto di sviluppo museale degli ultimi decenni nel Regno Unito. I costi complessivi supereranno quelli della Great Court del British Museum, coprogettata da Norman Foster e costata 100 milioni di sterline nel 2000.

«Il Giornale dell’Arte» ha partecipato a una visita esclusiva del V&A Storehouse con il vicedirettore del museo Tim Reeve, a cui è affidata la supervisione del progetto. Situato lungo il fiume Lea, l’interno dell’ex centro stampa delle Olimpiadi 2012 è stato interamente sventrato, creando un vasto ambiente centrale e quattro enormi piani di depositi e scaffalature, secondo il progetto delle superstar newyorkesi Diller Scofidio + Renfro.

La sala centrale e le passerelle circostanti costituiranno il principale percorso pubblico, da cui saranno visibili su scaffali metallici molte migliaia di oggetti. Reeve fa notare che quasi tutti i musei che consentono l’accesso ai loro depositi lo fanno tenendo il pubblico a distanza tramite pareti vetrate o prevedendo apposite visite guidate, mentre il V&A sta compiendo l’insolito passo di consentire ai visitatori di avvicinarsi alla collezione: uno spazio interno completamente aperto in cui oggetti e persone condividono gli stessi ambienti controllati climaticamente. Sarà, anticipa Reeve, «un’esperienza di visita autonoma e fortemente suggestiva, che massimizza l’accessibilità e rimuove le barriere alla straordinaria creatività contenuta nella principale collezione di arte, design e performance al mondo».
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Oltre a far ruotare più di 100 allestimenti temporanei, per lo più di piccole dimensioni, ci saranno cinque oggetti spettacolari in esposizione permanente che saranno integrati nella nuova struttura. Si tratta del soffitto ligneo proveniente dal Palazzo Altamira a Torrijos in Spagna (1490 ca), del colonnato di Agra in India (1637), della cucina di Francoforte della designer austriaca Margarete Schütte-Lihotzky (1926), dell’ufficio realizzato nel 1937 dall’architetto americano Frank Lloyd Wright per Edgar J Kaufmann e di una sezione della facciata del quartiere popolare di Robin Hood Gardens a Poplar, nella zona est di Londra, progettato nel 1972 dagli architetti Alison and Peter Smithson, oggi demolito. Questi oggetti sono troppo grandi perché possano essere esposti nel futuro museo del V&A a South Kensington.

Tra gli altri oggetti esposti nel V&A East Storehouse ci sarà la «Ninfa dormiente» in marmo di Antonio Canova, completata dal suo studio nel 1824, due anni dopo la morte dello scultore. Gli oggetti conservati saranno inoltre disponibili per effettuare ricerche in apposite sale studio, come il Clothworkers’ Centre per i tessuti e la moda.

Il V&A East Storehouse avrebbe dovuto essere inaugurato quest’anno, ma il ritardo di due anni è dovuto in parte al Covid-19 e in parte alla recente acquisizione del grande archivio e della collezione del musicista David Bowie. Quest’ultima è stata acquistata a febbraio con 10 milioni di sterline (circa 11,6 milioni di euro) dalla Blavatnik Family Foundation (istituita da Leonard Blavatnik, di origine ucraina e ora con cittadinanza mista americano-britannica) e dal Warner Music Group.

A partire dal 2025 il vicedirettore Tim Reeve prevede di accogliere in questa nuova succursale 250mila visitatori all’anno, e un milione nel V&A East Museum, distante circa dieci minuti a piedi. Sotto la direzione di Gus Casely-Hayford, le due sedi intendono attrarre un pubblico più giovane e diversificato rispetto a quello della più tradizionale sede di South Kensington.
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Per il V&A Storehouse, il Department for Digital, Culture, Media and Sport (Dcms) ha concesso una sovvenzione di 50 milioni di sterline (circa 58,2 milioni di euro) per finanziare il trasferimento dall’attuale sede di Blythe House, nella zona ovest di Londra, che è ora in vendita da parte del Governo. I finanziamenti governativi copriranno la maggior parte dei costi per la costruzione del V&A East Storehouse e per il trasferimento della collezione, anche se un portavoce del museo ha dichiarato che «una parte dei soldi proverrà dalla raccolta fondi avviata dallo stesso museo». L’edificio è di proprietà del Delancey Group e sarà concesso in affitto a lungo termine al V&A. Il Dcms si è inoltre impegnato ad aumentare di 9 milioni di sterline all’anno la sovvenzione annuale al V&A, per contribuire a coprire i costi di gestione aggiuntivi del V&A East Storehouse e del V&A East Museum.

Nel frattempo, il British Museum sta per completare la sua nuova struttura destinata ai depositi, che sostituirà l’attuale spazio di Blythe House. In costruzione a Shinfield, nel Berkshire, il futuro BM_ARC, British Museum Archaeological Research Collection ha un costo stimato di 64 milioni di sterline (quasi 75 milioni di euro). Il suo completamento era inizialmente previsto per quest’anno, ma è stato ritardato e potrebbe essere inaugurato l’anno prossimo o nel 2025.

Un render dell’interno del V&A East Storehouse, disegnato da Diller Scofidio + Renfro © Diller Scofidio + Renfro, 2018

«Ninfa Dormiente» (1820-1824) di Antonio Canova. Cortesia delVictoria and Albert Museum

Martin Bailey, 31 maggio 2023 | © Riproduzione riservata

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