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Luca Melegati Strada
Leggi i suoi articoliRaffaella Ausenda resta, e non in ambito solo italiano, una delle più conosciute studiose della ceramica del nostro Paese. Tra i titoli della sua lunga bibliografia ricorderò i volumi di Electa dedicati alle raccolte ceramiche delle Civiche Raccolte del Castello Sforzesco di Milano, che restano tra i migliori esempi di catalogo ragionato di una collezione degli ultimi decenni (è cosa dei primi anni del nostro secolo). Per quei volumi la Ausenda affiancava ai ruoli di autrice e di curatrice dell’opera quello di redattrice, e si era assunta il compito mai facile di revisionare il lavoro dei colleghi.
Il risultato è una opera di raro equilibrio che resta, a distanza di oltre vent’anni, fondamentale e attuale. Ma essendo la grande specializzazione dell’autrice la maiolica milanese e lombarda, era lecito aspettarsi un lavoro che presentasse in modo organico i risultati di molti anni di studio: ed è questo volume dedicato alla maiolica a Milano nel Settecento, opera di facile lettura e ben strutturata. Così, a fianco dei risultati, probabilmente definitivi, della ricerca storico-artistica qui presentati, il saggio ha il fondamentale pregio di costituire un repertorio ineludibile per identificare correttamente le opere di ciascuna delle fornaci milanesi. La storia e le produzioni delle tre manifatture, Clerici, Rubati e Confalonieri, ci viene illustrata in modo piano e solo apparentemente semplice: su tutto giganteggia la figura del pittore Pasquale Rubati, personaggio molto caratteristico della Milano teresiana e giuseppina, la cui personalità esce da queste pagine definita e tutta a rilievo.
Sorretto da un efficace apparato iconografico e documentario anche inedito, il lavoro si avvantaggia della approfondita conoscenza dell’autrice sia delle fonti archivistiche (milanesi e non) sia dei materiali in raccolte pubbliche e private (una, l’importante collezione denominata Mip, fornisce l’ossatura a una parte centrale della ricerca, l’analisi formale delle produzioni milanesi). A questa raccolta appartengono tra l’altro due tra le maioliche più affascinanti qui pubblicate, entrambe dei Clerici. La prima è un grande piatto decorato al centro con la figura di un tamburino moro a cavallo: di una qualità esecutiva davvero sostenuta, la figura riprende una delle incisioni contenute nel volume del 1670 celebrativo del carosello reale svoltosi nel 1662 nella Place Royale a Parigi (Ausenda ha rintracciato una copia del volume nella Raccolta Bertarelli di Milano). Ancora dalla raccolta Mip proviene un ovale, del 1769, che è uno straordinario documento di vita, decorato come è da una scena con sette lavoratrici, vestite come dame, al fuso. Secondo la studiosa, una rappresentazione della attività di filatura che Clerici affiancava alle fornaci ceramiche: e che verrà citata nelle carte di fabbrica come «Ovato realone rappresentante un lavorerio a Molino con dame» a un costo elevato, venti lire.
La maiolica a Milano nel Settecento
di Raffaella Ausenda, 416 pp., ill. col. e b/n, Polistampa, Firenze 2025, € 90

La copertina del volume
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