«Allegoria della Pittura» (1625-30 ca), di Jan Brueghel il Giovane. © Jk Art Foundation. Foto: Peter Cox

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«Allegoria della Pittura» (1625-30 ca), di Jan Brueghel il Giovane. © Jk Art Foundation. Foto: Peter Cox

Cinque generazioni di Brueghel insieme per la prima volta

Al Museo Het Noordbrabants di ’s-Hertogenbosch una mostra illustra le condizioni politiche ed economiche che hanno determinato le fortune della celebre famiglia d’artisti

Se si osservano con attenzione i numerosi dettagli dell’«Allegoria della pittura» di Jan Brueghel il Giovane, si può capire esattamente dove l’artista collocava il lavoro della sua famiglia nella gerarchia dei pittori europei del XVII secolo. Il dipinto, in prestito a lungo termine al Museo Het Noordbrabants di ’s-Hertogenbosch dalla Fondazione privata JK Art, è al centro di «Brueghel: riunione di famiglia», la prima mostra che dal 30 settembre al 7 gennaio 2024 copre cinque generazioni della famiglia di artisti Brueghel, facendo uscire dall’ombra anche le donne che ne fanno parte.

Tra le decine di dipinti raffigurati sulle pareti, Jan ha dipinto il ritratto di suo nonno, Pieter Bruegel il Vecchio, appeso accanto a quello di Michelangelo, e suo padre, Jan Brueghel il Vecchio, accanto a quello di Albrecht Dürer. Come osserva la curatrice Nadia Groeneveld-Baadj nel suo saggio in catalogo, Jan ha classificato i membri della sua famiglia «alla pari dei più eminenti artisti italiani, tedeschi e olandesi del XV e XVI secolo».

La piccola e rispettabile città di ’s-Hertogenbosch (nota anche come Den Bosch) è famosa nei Paesi Bassi per impazzire una volta all’anno in un carnevale selvaggio che celebra le immagini da incubo del suo figlio più famoso, Hieronymus Bosch. Quando nel 2016 il museo ha organizzato una grande mostra sulle sue opere, ha dovuto prendere in prestito ogni singola opera, dato che nessuna era rimasta in città. Questa volta si trova in una posizione di partenza migliore, possedendo un’ampia collezione di opere dei vari membri della tribù Brueghel (i visitatori avranno bisogno di avere a portata di mano un albero genealogico), integrata da prestiti provenienti da musei internazionali, tra cui il Louvre di Parigi, il Prado di Madrid e collezioni pubbliche e private negli Stati Uniti.

Tra i pezzi forti figurano un ritratto di Clara Brueghel, che commissionava opere ad artisti in qualità di direttrice di una fondazione religiosa femminile estremamente ricca a Mechelen, e una ghirlanda floreale di Anna Maria Janssens, recentemente restaurata, che la curatrice spera possa portare alla corretta identificazione di altre opere erroneamente attribuite a uomini della famiglia.

Un’altra opera chiave, la splendida ed enigmatica «Gazza sul patibolo» (1568), proviene dall’Hessisches Landesmuseum di Darmstadt; si tratta di una delle opere di Pieter Bruegel il Vecchio in cui dietro ai suoi famosi e allegri contadini danzanti si cela qualcosa di molto più oscuro.

Le recenti mostre su Brueghel hanno riscosso un enorme successo, tra cui quella del Kunsthistorisches Museum di Vienna del 2019 su Pieter Brueghel il Vecchio, che ha ottenuto il maggior successo di sempre.

Groeneveld-Baadj afferma di aver voluto fare qualcosa di diverso, esaminando le condizioni politiche, economiche e persino climatiche che hanno plasmato le sorti della famiglia e soprattutto mettendo in luce il ruolo delle sue donne. La mostra include le opere di uno dei personaggi più interessanti: la matriarca Mayken Verhulst, suocera di Pieter il Vecchio, nonna, insegnante e mentore di Pieter il Giovane e Jan. Era lei stessa un’artista rinomata, ma non si conosce nessuna sua opera ad acquarello sopravvissuta e sarà rappresentata solo dalle riproduzioni di un ritratto a grandezza naturale che, per il dispiacere della curatrice, è troppo fragile per viaggiare.

«Allegoria della Pittura» (1625-30 ca), di Jan Brueghel il Giovane. © Jk Art Foundation. Foto: Peter Cox

Maev Kennedy, 28 settembre 2023 | © Riproduzione riservata

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