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Coppa e coperchio in argento parcellare dorato tedesco con conchiglia turbo, Straubing, circa 1600, marchio del produttore un fleur-de-lys

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Coppa e coperchio in argento parcellare dorato tedesco con conchiglia turbo, Straubing, circa 1600, marchio del produttore un fleur-de-lys

Che desolazione gli invenduti della Schatzkammer dei baroni de Gley!

Del catalogo Sotheby's di 19 lotti, tutti di pedigree e qualità ineccepibili, sono stati venduti solo 8 oggetti, con una percentuale di venduto del 42% soltanto

Gianfranco Fina

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«Wunderkammer! Schatzkammer!». Questo il grido che i collezionisti di oreficerie d’alta epoca pronunciano quasi supplicando i pochi mercanti che trattano quelle affascinanti quanto rare opere d’arte d’epoca rinascimentale per lo più di ambito tedesco, lasciando intendere d’essere disposti a qualunque follia pur di venire in possesso di un oggetto della categoria.

Bene! Ma allora perché nella bellissima asta dei baroni de Gley (Sotheby’s, Londra, 2 luglio) tutti questi raffinatissimi (e affamatissimi) collezionisti dell’arte orafa tedesca e fiamminga non erano in New Bond Street con la paletta in mano o frementi al telefono in attesa di una chiamata da Londra?

In questi giorni è di moda dar la colpa al caldo che scioglie addirittura i cavi d’acciaio, quindi a maggior ragione il calore a 40°C è (forse?) il principale colpevole della vendita, dal risultato certamente non entusiasmante, che proponeva solo (!) diciannove pezzi di argenteria, ma tutti di altissima qualità, degni di figurare in qualche museo pubblico o privato di caratura internazionale.

I numeri, spietati, parlano da soli: 8 oggetti venduti su 19, pari al 42% del totale; cifra totale ottenuta al martello: 1.042.000 sterline, che con i diritti del 27% sale a 1.323.340 sterline.

Il miglior risultato l’ha ottenuto l’oggetto forse più spettacolare del lotto: la brocca in argento dorato, eseguita a Straubing (Baviera) nel 1600 circa da un ignoto, ma abilissimo, orafo, che racchiudeva nelle sue spire una conchiglia «turbo marmoratus» di gran qualità che, stimata 100-150mila sterline, ha raggiunto dopo una lunga e appassionante competizione tra diversi offerenti, la considerevole cifra di 540mila sterline che, con i diritti, è salita a 685.800 sterline.

Essendo solo il terzo lotto della serie, si ipotizzava che anche per gli altri oggetti si presentasse uno spettacolo analogo, ma dopo la coppia di saliere in cristallo di rocca e argento dorato eseguite a Bruges nel 1574-75, salite dalle 80mila di base a 144mila sterline (177.800 con i diritti), l’asta si è raffreddata e molti bellissimi oggetti quali coppe a figure di animali, normalmente apprezzatissimi dai collezionisti del genere, sono rimasti desolatamente invenduti.

Perché questo strano disamore per opere rare, autentiche, con illustre provenienza, in ottimo stato di conservazione e con, ognuna, cinquecento anni di storia? Perché la stessa Sotheby’s a poche ore di distanza ha venduto una palla da basket usata nella finale delle Nba 2025, vinto dall’Oklahoma City, alla cifra di 107.950 dollari?

Gianfranco Fina, 03 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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