Due dipinti della serie dei «Trionfi di Cesare» di Andrea Mantegna. Da sinistra, un particolare di «I Vessilli», metà 1480 prima del 1506, tempera all’uovo su tela, 270,3x280,7 cm. Royal Collection Trust / © His Majesty King Charles III 2023 ; «Le Loriche», metà 1480-prima del 1506, tempera all'uovo su tela, 270,8x280,4 cm. Royal Collection Trust / © His Majesty King Charles III 2023

Image

Due dipinti della serie dei «Trionfi di Cesare» di Andrea Mantegna. Da sinistra, un particolare di «I Vessilli», metà 1480 prima del 1506, tempera all’uovo su tela, 270,3x280,7 cm. Royal Collection Trust / © His Majesty King Charles III 2023 ; «Le Loriche», metà 1480-prima del 1506, tempera all'uovo su tela, 270,8x280,4 cm. Royal Collection Trust / © His Majesty King Charles III 2023

Cesare trionfa alla National Gallery di Londra

Grazie al prestito della Royal Collection e di re Carlo III esposti sei dei nove monumentali dipinti di Andrea Mantegna, la rappresentazione pittorica più completa forse mai tentata di un trionfo romano

Dal 18 settembre la National Gallery di Londra espone sei dei nove monumentali dipinti di Andrea Mantegna «I Trionfi di Cesare», prestati dalla Royal Collection e da Re Carlo III.

Considerata una delle più ambiziose composizioni del Rinascimento italiano, la serie consta di nove tele dipinte da Andrea Mantegna per i Gonzaga a Mantova, fra il 1485 e il 1506 circa, che realizzano la rappresentazione pittorica più completa forse mai tentata di un trionfo romano. Il talento di Mantegna fu presto intuito dal marchese di Mantova Ludovico III Gonzaga (1412-78), che lo nominò pittore di corte nel 1460.

Dopo il primo ciclo mantovano (fra cui la Camera degli Sposi, 1474 ca), nel 1488 Mantegna fu chiamato da papa Innocenzo VIII a dipingere affreschi (oggi perduti) in una cappella del Belvedere in Vaticano. Rientrato a Mantova nel 1490, Mantegna si concentrò sulle nove tempere de «I Trionfi di Cesare», già probabilmente abbozzati prima della partenza per Roma e commissionati per Palazzo San Sebastiano a Mantova da nuovi marchesi: le superstar del Rinascimento Italiano Francesco Gonzaga e Isabella d'Este.

Nel 1629 il re d’Inghilterra Carlo I Stuart (1600-49) acquistò dal duca Vincenzo II in bancarotta «I Trionfi» con l’intera Celeste Galleria mantovana. Subito dopo il loro arrivo in Inghilterra nel 1630, i dipinti furono collocati ad Hampton Court, dove sono esposti da quasi 400 anni: dal 1920 nella Mantegna Gallery della Lower Orangery.

Per i lavori di manutenzione (avviati nel 2022, da completarsi entro il 2026), sei dei dipinti sono dunque esposti alla National Gallery nella Sala 14, accanto al Trionfo Romano di Pieter Paul Rubens (circa 1630), che proprio ai Trionfi di Mantegna si rifece, avendoli a lungo studiati nel periodo mantovano. Due tempere restano a Hampton Court, nei Queen’s Apartments da aprile 2022.

Le tele mostrano Giulio Cesare di ritorno dalle sue vittoriose campagne militari nella sequenza di un corteo con il generale sul carro trionfale che, preceduto da legionari, vessilliferi, musicisti e dal bottino di guerra (armi, opere d'arte, casse d’oro e d’argento, prigionieri e animali) passa davanti a un arco trionfale. Benché il corteo non possa ricondursi ad una specifica campagna, Mantegna non solo si ispirò alle antichità romane, agli archi e alle colonne monumentali), ma certamente pure consultò le opere dei maggiori storici latini (Svetonio, Plutarco, Appiano) e le loro descrizioni di trionfi, disponibili dal XV secolo in manoscritti o volumi a stampa.

«I Trionfi di Cesare» esemplificano in modo superbo lo stile e la suprema perizia pittorica di Andrea Mantegna, tanto più qui esibite per la memoria degli studi formativi delle antiche sculture in marmo e di tutta l'arte classica. Si spiegano così le figure statuarie, atletiche e imponenti, l’energia, il dinamismo, perfino il senso del potere che se ne respira. La resa delle tende militari dalle pieghe serrate e ravvicinate si basa probabilmente su modelli drappeggiati in carta e tessuti gommati, mentre l'uso di colori intensi e squillanti per le figure in primo piano in contrasto con i colori più tenui di quelle sullo sfondo rende più vivi illusione ottica prospettica, movimento e drammaticità.

Due dipinti della serie dei «Trionfi di Cesare» di Andrea Mantegna. Da sinistra, un particolare di «I Vessilli», metà 1480 prima del 1506, tempera all’uovo su tela, 270,3x280,7 cm. Royal Collection Trust / © His Majesty King Charles III 2023 ; «Le Loriche», metà 1480-prima del 1506, tempera all'uovo su tela, 270,8x280,4 cm. Royal Collection Trust / © His Majesty King Charles III 2023

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 18 settembre 2023 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Le tappe del restauro dell’opera sono ora ripercorse in un volume, insieme al rapporto tra la pittrice più inneggiata del Seicento italiano e europeo e il committente Michelangelo Buonarroti il Giovane

Il libro di Adele Milozzi è un viaggio biografico tra le vite di granduchi, banchieri, cadetti e principesse, classificato un po’ impropriamente solo come «guida»

Nel Palazzo dei Diamanti l’artefice visionario di realismi impossibili in un allestimento curato da Federico Giudiceandrea e Mark Veldhuysen, presidente della Escher Foundation

In una vendita del 20 marzo verrà battuto il marmo dello scultore veneto raffigurante Maria Luisa d’Asburgo nelle vesti della musa della poesia

Cesare trionfa alla National Gallery di Londra | Giovanni Pellinghelli del Monticello

Cesare trionfa alla National Gallery di Londra | Giovanni Pellinghelli del Monticello