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Redazione GDA
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Vittorio Bergnach D
Gromo, in Alta Val Seriana, è in uno dei pochi comuni lombardi a fregiarsi della bandiera arancione (un marchio di qualità turistico-ambientale certificato dal Touring Club, Ndr). Un tempo qui esisteva una centrale idroelettrica che, prima di diventare proprietà Enel, si chiamava Crespi, dal nome di colui che l’aveva costruita tra il 1902-03: Benigno Crespi (antenato della Giulia Maria fondatrice del Fai). Accanto al torrente Goglio sorge un edificio di archeologia industriale che presenta un’architettura singolare dalle grandi vetrate. Seppur si mantenga ancora bene (una piccola porzione è anche abitata), risulta nel complesso abbandonato. Da tempo sulle inferriate sono affissi i cartelli «Vendesi».
Mi rammarico che un simile «monumento», peculiare sia per la sua architettura sia per la storia del paese, venga venduto e magari snaturato con un utilizzo a scopo commerciale. Mi domando se non si possa ambire a un suo destino migliore, se non proprio con l’acquisto da parte del Comune, con convenzioni particolari che renderebbero benemeriti la proprietà e gli enti pubblici locali coinvolti. Potrebbe diventare un polo culturale polifunzionale, con biblioteca, sala conferenze-concerto-teatrale, spazio mostre, dove si possano incontrare le varie realtà sociali e culturali dell’intorno, divenendo un vivo «luogo del cuore» pulsante per molti dell’intera zona.
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