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Carol Rama fotografata nel 1989 da Bruna Biamino nella casa studio di Torino. © Bruna Biamino

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Carol Rama fotografata nel 1989 da Bruna Biamino nella casa studio di Torino. © Bruna Biamino

Carol Rama: finalmente ordine dal 1936 al 2005

Un monumentale catalogo ragionato dell’indisciplinata artista torinese ripropone finalità e utilità dei repertori

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Luca Beatrice

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Per recensire un catalogo ragionato è necessario provare a rispondere a due domande. La prima, se il supporto storico critico corrisponda ai criteri di esaustività e originalità. La seconda, quanto questo strumento, in genere piuttosto pesante e costoso, sia utile per il mercato e per il collezionismo. Una delle due caratteristiche da sola non basta, ecco perché è sempre una produzione difficile e talora non corrisponde alle aspettative.

Fresco di stampa il cofanetto con i due tomi, per un totale di quasi 800 pagine, del catalogo generale dedicato a Carol Rama che raccoglie le opere prodotte tra il 1936 e il 2005 (negli ultimi dieci anni di vita si suppone non abbia più fatto nulla di significativo) e indubbiamente colma una lacuna, fa chiarezza e mette un punto significativo sulla lunga e articolata attività dell’artista torinese.

Il primo volume è quello che interessa più da vicino gli storici dell’arte, grazie ai documentati saggi firmati dalla curatrice Maria Cristina Mundici (il complesso dell’opera di Rama), da Federica Rovati (la pittura come terapia, ovvero il dipingere per guarirsi), da Raffaella Roddolo (il disegno, ovvero la personale «recherche» di Rama), da Elena Volpato e da Fabio Belloni (il periodo tardo dal 1964 al 1985). A seguire circa 200 tavole a piena pagina delle opere, alcune delle quali molto famose e musealizzate, disposte ovviamente in ordine cronologico.

Il tomo secondo raccoglie il fittissimo repertorio suddiviso per tipologia e tecniche, indispensabile se collezioni un’opera o se hai intenzione di comprarla: deve essere pubblicata qui per non incappare in brutte sorprese. Questo volume lo tieni dunque in attesa di perfezionare l’eventuale investimento.

Poiché non si tratta di un catalogo da qualche decina di euro che acquisti con una certa leggerezza, ma di una spesa rilevante, è giusto dire all’appassionato quali siano i punti di forza di tale summa e quali quelli di debolezza, che insomma non mi convincono troppo. Oltre ai testi, si diceva, piace il repertorio fotografico: rivedere Carol nei diversi periodi della sua vita, immagini che hanno contribuito a diffonderne la fama di personaggio difficile, scomodo, del tutto particolare in una città non proprio aperta come Torino.

Devo però segnalare la mancanza, ahimè piuttosto grave, dell’antologia critica. Sarebbe stata un’occasione perfetta per ripubblicare un florilegio, anche solo parziale, tra i più significativi testi sull’artista, in un itinerario lungo nella cui vicenda ha visto tra i coprotagonisti firme come Paolo Fossati, Lea Vergine, Luigi Carluccio, Nico Orengo e altri. La carta avrebbe potuto essere di maggior pregio, così come più curata la gabbia nell’impaginato a evitare un effetto troppo schiacciato e compresso. Personalmente avrei scelto infine un font più elegante a evitare il risultato prodotto, sicuramente coerente alla linea editoriale, ma che in questo caso avrebbe potuto uscire da canoni eccessivamente standard, per quanto riconoscibili.

Carol Rama. Catalogo ragionato
a cura di Maria Cristina Mundici con Raffaella Roddolo e Maria Grazia Messina, 256 ill. col., 768 pp., Skira, Milano 2023, € 350

Carol Rama fotografata nel 1989 da Bruna Biamino nella casa studio di Torino. © Bruna Biamino

La copertina del volume

Luca Beatrice, 05 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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