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Una grande nave, vista da via Garibaldi, mentre passa davanti alla Riva dei Sette Martiri, dopo aver lasciato il bacino San Marco, Venezia, aprile 2013 © Gianni Berengo Gardin-Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia. Lo scatto è stato esposto nella mostra «Mostri a Venezia» allestita dall'11 luglio al 28 settembre 2014 nella Villa Necchi Campiglio a Milano

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Una grande nave, vista da via Garibaldi, mentre passa davanti alla Riva dei Sette Martiri, dopo aver lasciato il bacino San Marco, Venezia, aprile 2013 © Gianni Berengo Gardin-Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia. Lo scatto è stato esposto nella mostra «Mostri a Venezia» allestita dall'11 luglio al 28 settembre 2014 nella Villa Necchi Campiglio a Milano

Caro sindaco Brugnaro, il problema a Venezia non sono le fotografie ma le grandi navi

Lidia Panzeri

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Venezia. Congelata, per decisione del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, la mostra di Gianni Berengo Gardin che documenta nei suoi scatti fotografici in bianco e nero il terrificante impatto ambientale delle grandi navi che solcano il Canale della Giudecca e il bacino di San Marco. Già programmata da tempo e in calendario a Palazzo Ducale dal 19 settembre, la mostra secondo il sindaco costituirebbe un’offesa all’immagine della città, come se il problema fossero le foto e non le grandi navi. E anche, sempre secondo il sindaco, un punto di vista parziale, per cui il lavoro di Gianni Berengo Gardin andrebbe affiancato da una serie di altre fotografie più «positive» per la città, o meglio dal progetto relativo allo scavo del canale Vittorio Emanuele, in alternativa a quello della Contorta, ipotesi ormai definitivamente tramontata.
Questa la nuova soluzione, concordata tra il sindaco e il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa, per deviare le grandi navi dal Bacino di San Marco.


La censura e il problema dei giganti del mare
La questione è duplice. Da una parte l’atto censorio; dall’altra la questione delle grandi navi.
L’atto censorio: deprecazione unanime dei vari Philippe Daverio, Gian Antonio Stella, Vittorio Sgarbi e del sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni, questi ultimi due concordi nell’evidenziare il fatto che ogni censura ottiene l’effetto contrario di dare una grande evidenza ai fatti che ci si illude di far passare sotto silenzio. Nella polemica è intervenuto con un tweet a Brugnaro anche Adriano Celentano, affermando che un sindaco non può permettersi di nascondere la verità anche se non gradita. Allo stesso Celentano è arrivato, in questi giorni, un avviso di querela per diffamazione da parte del giudice Roberto Vitanza del Tar del Veneto per le dichiarazioni, sempre a proposito delle grandi navi, rilasciate dal cantante il 20 marzo del 2014. Celentano aveva sostenuto che il Tar era responsabile di non aver impedito il loro passaggio.
Sempre a stare al primo aspetto, preoccupa il fatto che il sindaco sia intervenuto d’autorità su una programmazione già da mesi definita. La Fondazione dei Musei Civici, afferma l’ex sindaco Massimo Cacciari, è pienamente autonoma nelle sue decisioni. Sottovaluta, però, che il consiglio di amministrazione è già scaduto e che spetta al nuovo sindaco rinnovarlo. Anche Ilaria Borletti Buitoni avverte il pericolo di un venir meno o quanto meno di un  ridimensionamento dell’autonomia, tanto più che Brugnaro si è tenuto la delega per la cultura e intende esercitare questo ruolo con decisione, non facendosi intimidire dai soliti «intoccabili» e per dar voce in capitolo alla città.
Un buon test sarà il prossimo rinnovo della presidenza della Fondazione Bevilaqua La Masa, dopo l’incarico quasi ventennale di Angela Vettese.

Zanda scrive ai ministri
Per il secondo aspetto, quello relativo alle grandi navi, va registrato l’intervento di Luigi Zanda, attuale presidente dei senatori del Pd, che i problemi della laguna li conosce bene per essere stato presidente del Consorzio Venezia Nuova. Proprio per questo, prendendo spunto dal rinvio della mostra, ha scritto una lettera ai ministri dei Beni culturali Dario Franceschini, dell’Ambiente Gian Luca Galletti e delle Infrastrutture Graziano Delrio, stigmatizzando il fatto che si voglia comunque scavare nuovi canali, dopo le conseguenze negative sull’ecosistema della laguna provocate dello scavo, negli anni Settanta, del canale dei Petroli.

Quanto a un’eventuale liberatoria per la mostra, si vedrà. È certo che Gianni Berengo Gardin non accetterà condizionamenti né di esporre in uno spazio che non sia pubblico.

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Lidia Panzeri, 13 agosto 2015 | © Riproduzione riservata

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