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Federico Florian
Leggi i suoi articoliL’Apocalisse, l’estinzione di massa, la catastrofe irreversibile hanno da sempre affascinato la cinematografia. Ma il terrore della fine del mondo, negli ultimi anni, pare aver investito anche l’arte contemporanea. Sempre più spesso artisti e curatori parlano di disastri antropogenici e cataclismi ecologici. Anche l’arte che si annida nei grovigli della rete e negli hardware dei nostri computer, pare risentire di questo fenomeno. Ne è un esempio la piattaforma EXTINCT.LY (http://www.extinct.ly/), lanciata lo scorso ottobre in collaborazione con la Serpentine Gallery di Londra. È un progetto che presenta, accanto a una mappa delle catastrofi naturali in corso sul pianeta e a contributi di filosofi, scrittori e sociologi, una sezione che raccoglie lavori digitali d’artista sul tema dell’estinzione di massa. Da non perdere il videotutorial di David Blandy che, sul modello dei video «d’istruzioni» su YouTube, illustra, in modo alquanto didascalico, come realizzare un documentario sulla fine del mondo. Oppure l’«Investment Portfolio» di Femke Herregraven, uno pseudo progetto d’investimento che illumina le aziende su come trarre vantaggi economici dalle conseguenze delle catastrofi naturali. Un esempio? In seguito allo scioglimento dei ghiacci artici, l’artista auspica la costruzione di linee sottomarine per incrementare i collegamenti e i rapporti commerciali tra Tokyo e Londra. Infine, una menzione allo humour nero del duo UBERMORGEN.COM, che qui presenta i suoi «dipinti a olio digitali» (nella foto, «2_MILLION_LITERS»), rielaborazioni di immagini satellitari del disastro ambientale provocato dall’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico («un dipinto a olio su 80mila miglia quadrate di tela-oceano, affermano gli artisti. Un’opera d’arte unica»).
Per restare in clima apocalittico, il nuovo progetto di arte online del New Museum, commissionato al newyorchese Perry Chen, ruota attorno a quella catastrofe cibernetica che, il primo gennaio di 14 anni fa, si sarebbe dovuta abbattere sulla neo società digitalizzata: il Millennium Bug. Chen ha creato un archivio online (Computers in Crisis; http://www.computersincrisis.com/) che raccoglie 150 manuali sull’argomento (qualche titolo: Year 2000: Countdown to Calamity; How to Survive Y2K Chaos in the City; Y2K = 666?), pubblicati pochi mesi prima dello scoccare dell’anno 2000.
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