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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliUn bel gruppo di opere di Gian Lorenzo Bernini e di altri maestri della Roma del Sei e Settecento si è trasferito nella Galleria Nazionale dell’Umbria a Palazzo dei Priori a Perugia. Finora erano esposte nel Museo Civico del Palazzo della Penna, sempre nel capoluogo umbro. La raccolta comunale colmerà il vuoto ripescando dai propri depositi i quadri del perugino Gerardo Dottori (1884-1977), pittore che ebbe il suo momento più vitale rappresentando vorticose vedute dal cielo secondo il verbo dell’aeropittura futurista. Pur se per l’artista del Futurismo umbro i tempi si protraggono più del previsto perché nelle sale lasciate vuote servono alcuni lavori: di fatto, i Dottori riemergeranno dai depositi dopo l’estate.
I dipinti, disegni e sculture del periodo barocco formano una vera collezione ragionata e furono donati al Comune dallo storico dell’arte romano Valentino Martinelli (1923-99), che all’Università di Perugia aveva insegnato a lungo, fornendo il trampolino di lancio per l’apertura stessa del museo civico nel 2002. «La vedova e chi seguì il lascito, Francesco Mancini, approvano il passaggio. Tanto più che l’arte barocca c’entra poco con il Palazzo della Penna votato al Novecento e al contemporaneo», mette in chiaro l’assessore alla Cultura del Comune Teresa Severini.
L’ex soprintendente per i beni artistici dell’Umbria Fabio De Chirico, ora al Servizio I alla Direzione arti e architetture contemporanee a Roma, quando seppe della proposta accolse a braccia aperte il trasferimento delle opere seicentesche e settecentesche. Non stupisce: la Galleria Nazionale ha tra l’altro incamerato, in comodato, un Cristo ligato in terracotta (1625-30), un quadro («Ritratto di Schor»), un modello per un’Anima dannata (1619 circa) e altro del Bernini. «In tutto la collezione comprende una novantina di pezzi di vari autori, con incisioni, cartapeste, autoritratti, un dipinto attribuito a Velázquez e una significativa sanguigna di Mattia Preti», dice lo storico dell’arte. E prosegue: «Il Comune propose questa come sistemazione più consona e si è fatto carico delle spese. La Galleria Nazionale ha Pietro da Cortona, Orazio Gentileschi, Vouet, però il grosso va dal Due al Cinquecento. La raccolta Martinelli riempie salti cronologici e approfondisce tematiche legate al Barocco». Esposta nella sala dell’orologio e spazi attigui, colma dei vuoti.
Quanto al Museo della Penna, i quadri di Dottori attualmente nei depositi riemergeranno dopo l’estate come capitolo di un progetto più ampio per la raccolta. L’assessore Severini riassume così le sue intenzioni: «Regione e privati ci affideranno dipinti del pittore e confido che altri cittadini facciano altrettanto. Ma vorrei anche potenziare il contemporaneo chiedendo ad artisti lasciti o opere in comodato. E voglio portare le sei lavagne che Joseph Beuys fece a Perugia nel 1980 dal piano più basso, difficile per i disabili e umido, dove si trovano oggi, a un livello superiore, dove costituiranno un’attrattiva molto più forte».

Il Museo Civico di Palazzo della Penna a Perugia

«Autoritratto», di Gerardo Dottori

Palazzo dei Priori a Perugia, sede della Galleria Nazionale dell'Umbria

«Città in fiamme», di Gerardo Dottori
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