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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliLondra. 385,5 milioni di euro: è il totale delle aste serali di marzo di arte contemporanea di Christie’s (6 marzo), Sotheby’s (7) e Phillips (8). Le tre case d’asta hanno incassato rispettivamente 153,6, 122,1 e 109,8 milioni di euro (compresi i diritti). In particolare, Phillips (che in questa occasione «mescola» sempre l’arte contemporanea al moderno) ha tenuto la vendita maggiore della sua storia, con 97,8 milioni di sterline, cioè, appunto, 109,8 milioni di euro.
Ha iniziato Christie’s con un catalogo di 65 lotti (di cui 60 venduti), con percentuali di venduto del 92% per numero di lotti e del 96% per ammontare. Andy Warhol ha ottenuto la cifra più alta della serata (25,2 milioni di euro compresi i diritti) per «Six selfportraits», sei tele del maestro di Pittsburgh realizzate nel 1986 (poco tempo prima della sua morte), che erano stimate 18-22 milioni. Al secondo posto «Multiflavors», una tela del 1982 di Jean-Michel Basquiat, è stata venduta a 13,5 milioni di euro (stime 11-17) a un cliente collegato al telefono con Alex Rotter, copresidente di Christie’s Americhe. Al terzo un olio su tela di Peter Doig del 1991, «Charley’s space», valutato 6,7-9 milioni, è salito fino a 12,2.
Il giorno dopo Sotheby’s, che aveva un catalogo di 58 lotti, ne ha venduti 55, con percentuali del 94,8% per numero di lotti e del 94,4% per valore. Al primo posto si è piazzato saldamente Peter Doig, con un dipinto del 1991, una di quattro opere esposte sempre nel 1991 alla Whitechapel Gallery in una sua storica personale. «The Architect's Home in the Ravine» è stato acquistato, con una sola offerta, a 16,1 milioni di euro (stime tra 15,6 e 20,1 milioni).
«Gelbgrün», opera del 1982 di Gerhard Richter, non era mai stata offerta prima all’asta. È stata venduta a 12,2 milioni di euro, contro una quiotazione di 8-11. Ha infine superato di slancio le sue stime di 4,7-7 milioni di euro «Untitled», un’opera del 2007 di Christopher Wool, passando di mano per un prezzo finale diritti compresi di 11,6 milioni.
Phillips infine ieri sera aveva 48 lotti nel suo catalogo di «Arte del XX secolo e arte contemporanea»: ne ha venduti 44, ovverossia il 92% del totale, con una percentuale per valore del 98%. Tra questi spiccava un dipinto di Pablo Picasso del 1932, «La dormeuse», valutato tra 13 e 20 milioni, che è salito fino a 47 milioni di euro, acquistato da un anonimo collegato al telefono con Marianne Hoet, vicepresidente di Phillips Europa. L’altra gemma dell’asta era «Nu allongé (Aurore)», una scultura in bronzo di Henri Matisse concepita nel 1907 e realizzata l’anno seguente, che ha polverizzato le stime di 5,5-7,8 milioni cambiando titolare per 16,6 milioni di euro. Al terzo posto un dipinto del 2007 di Mark Bradford «Helter Skelter I», già di proprietà del tennista John McEnroe, passava di mano a 9,7 milioni, contro stime di 6,8-9.
Nell’occasione è stata molto apprezzata l’arte italiana. Da Christie’s, limitandosi alla lista dei top lot, un ventiquattro tagli su tela orizzontale bianca di Lucio Fontana («Concetto spaziale. Attese» del 1965, 68x202,5 cm) è stato venduto a 9,7 milioni di euro (stime 8,8-13 milioni) e «Ferro T» di Alberto Burri, del 1959, è stato ceduto a 6,5 milioni contro stime di 3,3-5,5. Da Sotheby’s le 11 opere italiane in gara sono state tutte vendute. Citiamo «Concetto spaziale. Attese» di Lucio Fontana, sei tagli rosso del 1963, venduto a 5,6 milioni (stime 2,2-3,3) e l’altoatesino Rudof Stingel, che aveva un olio su tela del 2009 andato a 5,2 milioni (stime 4,4-6,6). Infine una scultura di Lucio Fontana, «Figura femminile con fiori», ceramica del 1948, ha fatto segnare a 2 milioni di euro (stime 1,7-2,2) il nuovo record per una scultura dell’artista italoargentino. Da Phillips, infine, un’altra opera di Rudolf Stingel, del 2012, è partita per 6,4 milioni di euro: era valutata tra 4,4 e 6,6.

Il momento dell'aggiudicazione nella sala di Phillips della «Dormeuse» di Pablo Picasso
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