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Arti decorative: grandi firme del ’900

Arti decorative: grandi firme del ’900

Redazione GdA

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Il 16 giugno la casa d’aste genovese Cambi tiene una serie di vendite a Palazzo Serbelloni a Milano: una, generalista, di arti decorative del XX secolo; una dedicata a «Murano 1890-1990. Un secolo di arte vetraria» e la terza intitolata «Fine design». 

Tra i lotti della prima vendita spicca «Medusa», un bassorilievo in ceramica parzialmente smaltata prodotto da Chini Arte della Ceramica su disegno di Giorgio Kienerk, 1900 ca, valutato 30-35mila euro, mentre un grande (h 80 cm) lampadario in vetro giallo lavorato all’acido del 1925 ca della manifattura Daum di Nancy parte da aspettative di 4-5mila euro. 

In catalogo compaiono poi «Oggi sposi», un gruppo in terraglia a colaggio della manifattura Lenci, disegno di Giuseppe Porcheddu, a 8-10mila euro e un’«Amazzone», vaso del 1930 ca della serie Venatoria in terracotta maiolicata di Richard Ginori, realizzato su disegno di Gio Ponti, anche questo a 8-10mila euro. 

L’asta monografica di vetri ripercorre cent’anni di produzione nell’isola veneziana con tutti i nomi che l’hanno resa celebre nel mondo: Barovier, Seguso, Buzzi, Scarpa, Ponti, Bianconi e Venini tra gli altri. Un vaso in vetro soffiato dei fratelli Toso, del 1911 ca, su disegno di Hans Stoltenberg-Lerche, ha una stima di 20-25mila euro, mentre due pannelli in mosaico del 1919 ca raffiguranti animali esotici prodotti dalla Siam-Società Italiana Arte Musiva su disegno di Vittorio Zecchin partono ciascuno da una valutazione di 15-20mila euro. Stesse quotazioni, infine (25-30mila euro) per un grande vaso a caraffa di Artisti Barovier, disegno di Vittorio Zecchin, 1920 ca e per un vaso di Venini del 1942 della serie a Fili di vetro, su disegno Carlo Scarpa.

 

Redazione GdA, 13 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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