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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliFino al 31 gennaio la mostra «Il Bardo ad Aquileia»
L’affollatissima conferenza stampa romana per la mostra «Il Bardo ad Aquileia» aperta nel Museo Archeologico Nazionale di Aquileia (fino al 31 gennaio) è stata la dimostrazione di quanto fosse stata convincente l’intuizione del Presidente della Fondazione Aquileia, l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi, e dalla sua proposta espressa a Tunisi mentre accompagnava la visita del Presidente della Repubblica Mattarella al museo tunisino, dopo l’attentato. Aquileia ha battuto sul tempo altre iniziative analoghe di altre città italiane (ad esempio, Torino).
Zanardi Landi ha detto che l’Italia e la Tunisia intendevano così dare un deciso e immediato segnale di opposizione culturale «a questa nuova terribile iconoclastia che tenta di negare alla radice il dialogo interculturale e religioso». Alla conferenza stampa diretta da Zanardi Landi il 2 dicembre nel Ministero dei Beni Culturali, oltre al Ministro Franceschini e a Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, ha assistito una rappresentanza eccezionalmente numerosa della stampa nazionale ed estera, che difatti ha dedicato molti grandi articoli all’evento, il primo di una serie che Aquileia dedicherà almeno due volte all’anno all’«Archeologia ferita» cioè a «opere d’arte significative provenienti da musei e siti colpiti dai tragici attacchi del terrorismo fondamentalista».
Purtroppo Aquileia non avrà che l’imbarazzo della scelta. Il significato fortemente politico dell’iniziativa italiana, chiaramente espresso anche nel catalogo (edito da Allemandi), è stato pienamente colto e condiviso non solo dai giornalisti internazionali, ma anche dal pubblico: 1.055 persone hanno visitato la mostra già nel primo giorno d’apertura, il 6 dicembre.
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