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Roy Lichtenstein, «Apple, Grapes, Grapefruit», 1974

© Estate of Roy Lichtenstein New York / Adagp, Paris, 2025. Courtesy of Opera Gallery

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Roy Lichtenstein, «Apple, Grapes, Grapefruit», 1974

© Estate of Roy Lichtenstein New York / Adagp, Paris, 2025. Courtesy of Opera Gallery

Arte contemporanea alla corte del Principato di Monaco

Dal 7 al 12 luglio, la capitale del lusso si anima: fiere, mostre, aste e gallerie disegnano una settimana d’élite tra ricerca e collezionismo esclusivo

Più di 2 chilometri quadrati di superficie, circa 38.423 abitanti, un prezzo medio di 52mila euro al metro quadrato. Eppure. Eppure non sfugge il Principato di Monaco alle dinamiche delle ultranote art week internazionali, dove una fiera attiva il sistema, e tutt’intorno fioccano aste, eventi, opening di musei e gallerie. E l’arrivo di dealer e collezionisti, ça va sans dire. Quindi, per nome: la Monaco Art Week si svolge dal 7 al 12 luglio, il perno è il salone Art Monte-Carlo (7-9 luglio), che al Grimaldi Forum ospita 24 gallerie e i protagonisti dell’arte moderna e contemporanea. 

C’è un delicato acquerello blu su carta di Alighiero Boetti nello stand di Moretti Fine Art, s’intitola «Cieli ad alta quota»; Robilant+Voena dedica una personale a Julian Schnabel e al tema del viaggio (che ben risuona con l’internazionalismo di Monaco); proprio all’ingresso della fiera Almine Rech presenta una scultura dell’artista belga Johan Creten. 

E poi ancora Cortesi Gallery, Clavé Fine Art, Galleria Continua, Gian Enzo Sperone, Van de Weghe, Vedovi Gallery, Galleria Franco Noero, Mennour. «A Monaco osserviamo due tipologie di collezionisti, rivela a “Il Giornale dell’Arte” Charlotte Diwan, direttrice di Art Monte-Carlo. I primi sono quelli di altissimo profilo. Sono alla ricerca di opere eccezionali, di qualità museale, di alta gamma. La seconda categoria è costituita da amanti dell’arte che ricercano opere dal forte valore decorativo. Sono curiosi, informati e hanno un notevole potere d’acquisto». Leggi: collezionisti eterogenei, dagli addetti ai lavori ai cultori del lusso, dei begli orologi, delle borse, che non disdegnano un dipinto di pregio sui muri della maison. 

Eppur (qualcosa) si muove. «Se mostro un diamante taglio smeraldo, l’acquirente ricco si innamora e lo porta via, è un colpo di fulmine, spiega Emilie Volka, direttrice di Artcurial Italia. Ma per l’arte è un discorso diverso: è un piccolo seme da far germogliare in un posto, Montecarlo, che in potenza offre un’infinità di clienti, ma bisogna anche saperli ingolosire, garantire un’esperienza, qualcosa di più».

Ed ecco Monaco Sculptures: l’asta di sculture di Artcurial (fatturava 4 milioni di euro nel 2024) che si svolge all’Hotel Hermitage il 9 luglio, nel pieno dell’art week, ma anticipata da mesi di esposizione tra i giardini e gli spazi pubblici della città. «Caroline enceinte» di Claude Lalanne (stima 400mila-600mila euro), «Ariela» di Manolo Valdés (stima 700mila-900mila euro), «Femme se coiffant» di Baltasar Lobo (stima 50mila-70mila euro). In bella compagnia, ovviamente, delle aste dedicate al lusso «tradizionale», il lusso monegasco, per antonomasia, e quindi Le Temps est Féminin (7 luglio), Horlogerie de Collection (7 luglio), Hermès & Luxury Bags (8 luglio), Joaillerie (8-9 luglio). 

«Come la montagna con Maometto: non è più il cliente ad arrivare spontaneamente, è l’arte che si sposta dove c’è terreno fertile, dove trova il business».

Lo sa bene anche la major Christie’s, che nel 2025 festeggia quattro decenni nel Principato; e ricorda i tempi in cui, ben prima di Parigi (e cioè prima del 2001), lasciava a Monaco gli onori degli incanti francesi (menzione speciale per le raccolte dei grandi stilisti, da Hubert de Givenchy a Christian Dior, da Karl Lagerfeld a Madame Rochas).

«Era il centro di vendite davvero prestigiose, dichiara Nancy Dotta, rappresentante di Christie’s Monaco, offriva il meglio del cosiddetto “goût français”, dall’argento alla porcellana, fino all’arte del XIX e XX secolo, inclusi naturalmente i dipinti e i disegni dei grandi maestri, con numerosi record mondiali fissati negli anni». Ma è anche vero che «Monaco non sarebbe Monaco senza un’asta di auto», specifica Dotta, e non è un caso che il segmento sia stato rafforzato nel 2024 con l’acquisizione di Gooding & Company. 

Minjung Kim, «Blue Mountain», 2025. © Minjung Kim / Courtesy of the artist and Almine Rech. Photo: Eleonora Paciullo

Annie Leibovitz, «Georgia O’Keeffe’s red hill, Ghost Ranch, New Mexico, 2010», 2024. © Annie Leibovitz. Courtesy of the artist and Hauser & Wirth

Ma questa è un’altra storia. «Oggi continuiamo a vedere questo pot-pourri di richieste da parte dei nostri clienti monegaschi, siano essi della Generazione Z o baby boomer». Convivono le due anime monegasche, l’intenditrice e la viveur. Complice la permanenza di Moretti Fine Art, che dal 2017 presenzia in pianta stabile con le sue raffinate selezioni di Old Masters (dal 7 al 12 luglio, in galleria, in avenue de la Costa, punta sui maestri italiani dal Rinascimento al Barocco). Complice l’arrivo di due colossi dell’art system internazionale, stavolta in aria contemporanea: prima Hauser & Wirth, che nel 2021 s’insediava vicino allo storico Hôtel de Paris, in uno spazio di 290 metri quadrati e 9 metri di altezza (quest’estate propone la mostra «Stream of consciousness» di Annie Leibovitz, dal 2 luglio al 27 settembre); e dal 2024 anche Almine Rech, che dal 5 luglio al 19 settembre apre le porte di «Looking at horizons», dove le prospettive sul genere del paesaggio si incontrano nelle opere di artisti come Miquel Barceló, Petra Cortright, Salvo e Anthony Miler.

«La Monaco Art Week non solo valorizza il talento artistico già presente nel nostro Principato, conferma Caroline Davaripour Jelmoni, secrétaire générale della settimana dell’arte, ma mira anche a invogliare gallerie di fama internazionale ad aprire a Monaco, trasformando la nostra regione in un dinamico polo per le arti». 

E così, sul saliscendi azzurro-verde di Monaco, gallerie e case d’asta s’impegnano ad attrarre collezionisti, a conquistarne entrambe le anime, la studiosa e la seducente, con esposizioni, incanti, preview. 

Sempre conditi con una certa dose di allure. Vedi la mostra «Les Années folles de Coco Chanel» a Villa Paloma (sino al 5 ottobre), vedi «Couleurs! Chefs-d’œuvre du Centre Pompidou» al Grimaldi Forum (8 luglio-31 agosto), ancora il dialogo tra moderni e contemporanei da Opera Gallery e il focus artistico-botanico sul cactus a Villa Sauber (dal 6 luglio): lo organizza il Nouveau Musée National de Monaco in collaborazione con il Musée Yves Saint Laurent di Marrakech. 

«Montecarlo viene spesso immediatamente associata al mercato del lusso, dichiara a “Il Giornale dell’Arte” Louise Grether, direttrice di Sotheby’s Montecarlo, e sebbene questa reputazione sia di certo immutata, ciò che spesso passa inosservato è la ricca e variegata scena artistica che sta fiorendo nel Principato». E cita inevitabilmente gli Old Masters di Fabrizio Moretti, gli artisti contemporanei di Almine Rech e Hauser & Wirth.

«Nel mio ruolo di direttore dell’ufficio di Sotheby’s di Monaco e presidente della Monaco Art Week, prosegue Grether, ho potuto osservare in prima persona che qui i collezionisti possiedono un profondo apprezzamento e una grande passione per la storia dell’arte, con collezioni che incarnano una dedizione a lungo termine e un’attenta curatela». 

Ma tornando alla settimana dell’arte: la major Sotheby’s, che apriva il primo ufficio a Monaco nel lontano 1967 e nel 1975 fu la prima casa d’aste internazionale a tenere una vendita nel Principato, propone una preview di capolavori da una collezione monegasca (andranno all’asta nell’autunno affollato di Parigi). Torna a luglio anche l’Hôtel des Ventes de Monte-Carlo, con le sue Summer Prestige Sales. Mentre Wannenes punta su borse, gioielli di lusso (7 luglio) e orologi rari (8 luglio) all’Hôtel Métropole, a partire da una spilla-pendente in platino, diamante Fancy Light Pink, Fancy Intense Yellow e smeraldo colombiano, Cusi, in catalogo per 190mila-220mila euro. «Gli acquirenti pongono un interesse sempre maggiore sulla qualità, la ricercatezza, l’unicità e la storia dei pezzi, spiega Teresa Scarlata, capo del dipartimento di Gioielli di Wannenes, preferendo oggetti d’epoca caratterizzati da lavorazioni artigianali raffinate, provenienze nobiliari e firme prestigiose». 

Non basta più l’estetica, non basta il lusso: «Acquistare un gioiello significa possedere non solo un bene prezioso, ma anche un frammento di cultura». 

Montecarlo l’elegante, la glamour. Ma con una nuova inclinazione, sempre più ostentatamente intellettuale. E non senza un certo compiacimento.

Louis Cane, «Grande Ménine au perroquet», 2008-09. © Artcurial

Erica Roccella, 04 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

Arte contemporanea alla corte del Principato di Monaco | Erica Roccella

Arte contemporanea alla corte del Principato di Monaco | Erica Roccella