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Giuliano Briganti

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Giuliano Briganti

Arte, politica e affetti di Giuliano Briganti

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Laura Lombardi

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Giuliano BrigantiGiuliano Briganti. Uno studioso che pensava di essere un dilettante e forse lo era (www.giulianobriganti.it), il sito internet dedicato al noto studioso, immaginato e seguito in tutte le fasi della sua elaborazione da Luisa Laureati Briganti, trova un magico equilibrio nello stare sul filo di un racconto per immagini, testi e documenti, senza cadere né nella mera rievocazione celebrativa, né nel tono troppo intimo e nostalgico che un simile diario, dove viva è anche la presenza degli affetti, potrebbe suscitare.

Il ritratto che emerge di Giuliano ((Roma 2 gennaio 1918 - 17 dicembre 1992) rispetta la natura di personaggio notturno e solare insieme, di uno studioso che ha lasciato pagine fondamentali della storia dell’arte di diversi secoli (da La maniera italiana, 1961 a Pietro da Cortona o della pittura barocca, 1962, da I Bamboccianti. Pittori della vita quotidiana a Roma nel Seicento, in collaborazione con Ludovica Trezzani e Laura Laureati, 1983 a Gaspar van Wittel e l'origine della veduta settecentesca, 1966, da I pittori dell'immaginario, 1977 a La pittura metafisica, 1979 o a De Pisis, 1991, per non citarne che alcuni), ma che si dilettava anche di attribuire, grazie allo stile, i tre diversi disegnatori del fumetto «Tex Willer»; un padre che recitava a memoria ai propri figli, Barbara, Guido e Caterina, interi brani dell’Orlando Furioso, che amava i libri gialli, che sfidava tutti sulla conoscenza dei personaggi di Dumas e che, forse, come appunto il sottotitolo suggerisce, ancora prima di morire non era sicuro di aver scelto il mestiere che avrebbe voluto fare, tale eran la passione e l’eclettismo dei suoi interessi.

Pur nella accuratezza con cui i dati sono stati raccolti, ricostruendo la produzione scientifica, legata alla docenza universitaria (oltre alla bibliografia di e su Briganti sono consultabili tutti i suoi articoli su «Paragone», dal 1950 al 1961), la ricostruzione filologica permette anche di approfondire la forte passione civile di Briganti, che lo rende testimone sensibile e acuto dei grandi mutamenti del nostro Paese dall’inizio degli anni Quaranta fino al 1992, anno della sua morte, e sono per la prima volta disponibili online tutti gli articoli pubblicati su l’«Espresso» (1965-68) , «la Repubblica» della quale fu critico fin dall’inizio (1976) e l’intera raccolta scansionata di «Cosmopolita», la rivista che diresse subito dopo la guerra (1944-46). Ma si possono poi leggere le lettere, le testimonianze di familiari, amici o personaggi noti, i progetti e le utopie museali (dal museo per bambini alla storia dell’arte in videocassette, al volume sul Romanticismo che sarebbe forse iniziato da Piero della Francesca), conoscere la sua collezione di disegni di grandi maestri, ma anche quelli da lui stesso realizzati, per i figli, la moglie, gli amici.

Molto significativa è infine la registrazione delle interviste radiofoniche Rai rilasciate sin dal 1959 e di quelle televisive, alle quali Briganti presenziava non senza un po’ di timore. Questa mescolanza e unione tra arte, poetica ed affetti, mai disgiunti nella personalità dello studioso, è stata resa possibile della determinante regia di Umberto Parrini, che ha seguito e interpretato il pensiero della Laureati, con la collaborazione di Giulia Lotti, il contributo di Laura Laureati, Ludovica Trezzani e Barbara Cinelli, e all’assistenza di Evis Hazballa per l’inserimento dei documenti video e audio. La presentazione, a firma di Barbara Cinelli e Giulia Lotti (Università degli Studi di Roma Tre, Dipartimento di Studi Umanistici), permette di intendere al meglio come sfruttare le possibilità interattive connesse alla struttura del sito web inoltrandosi in percorsi multipli e avvincenti tali da offrire a ciascuno di noi un proprio modo di accostarsi a Briganti e intendere la originalità e attualità del suo pensiero.

Un giovanissimo Giuliano Briganti

Giuliano Briganti

Giuliano e Luisa Briganti Luisa e Giuliano Briganti guardano il quadro di Jacob Jordaens, Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia, al museo di Kassel, Gemäldegalerie Alte Meister, 1992 - Foto di Giancarlo Pediconi - Archivio fotografico Luisa Briganti

Giuliano Briganti

Laura Lombardi, 16 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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