Image

«Fullmoon@Wall» (2007), di Darren Almond. Cortesia dell’artista (particolare)

Image

«Fullmoon@Wall» (2007), di Darren Almond. Cortesia dell’artista (particolare)

Almond traccia «la linea della vita»

Alla White Cube, la nuova personale dell’artista britannico «abbraccia» la natura in una toccante riflessione sul tempo, lo spazio e la storia

Gilda Bruno

Leggi i suoi articoli

Dal 20 marzo al 4 maggio, White Cube Mason’s Yard, sede londinese della galleria d’arte contemporanea, si trasforma in un labirinto dall’essenza botanica a partire da un corpus di opere di Darren Almond (Appley Bridge, 1971). A ispirare la sua nuova mostra personale, «Life Line», è una minuziosa osservazione dello scorrere del tempo riassunta in dipinti aventi come loro soggetto il salice attraverso le stagioni.

Conosciuto per la sua eclettica sperimentazione in bilico tra video, scultura, fotografia e installazione, l’artista sfoga la sua versatilità lavorando su tela con materiali quali oro, palladio e bronzo. Se a primo sguardo i motivi presentati possono sembrare semplici, quasi stilizzati, se osservati all’interno della ben più ampia produzione, contraddistinta sì da un’estetica minimalista ma altrettanto intrisa di significato, questa collezione di lavori acquisisce una rilevanza ben più profonda.

Per lui tradurre la bellezza e la maestosità della natura non è un semplice esercizio creativo ma una strategia che gli consente di reinterpretare, e persino di rivivere, momenti chiave del suo passato. Con «Life Line», omaggio al Giappone e ai suoi paesaggi fuori dal tempo, Almond filtra le sue impressioni del Paese del Sol Levante (da lui visitato in numerose occasioni tra gli anni Novanta e oggi) attraverso i suoi ricordi d’infanzia.
IMG20240319121710127_130_130.jpeg
Peraltro, non è la prima volta che concepisce un progetto volto a immortalare il trasformarsi del mondo circostante catturando, al contempo, il progredire della stessa esperienza umana. Nella sua serie fotografica «Fullmoon», inaugurata nel 1998, rivolge l’obiettivo su cime innevate, scogliere avvolte dalle onde e distese erbose, tutte rigorosamente ritratte in notti di luna piena. Mantenendo il diaframma della sua fotocamera aperto per un minimo di 15 minuti, Almond trasmette la misteriosa evoluzione che avvolge queste vedute rurali in immagini setose che «trasformano la notte in giorno». Per l’occasione, il pubblico avrà l’opportunità di osservare uno di questi scatti. «Fullmoon@Wall» (2007) è una resa poetica del «Sycamore Gap Tree», albero bicentenario un tempo posizionato a pochi centimetri dal Vallo di Adriano in Northumberland, nel nord dell’Inghilterra, abbattuto illegalmente lo scorso autunno.

Se nelle sue installazioni audiovisive «Traction» (1999) e «If I Had You» (2003) l’artista ha abbracciato la sua storia personale attraverso i racconti di suo padre e sua nonna, in questa presentazione la sua esplorazione dei confini spazio-temporali e delle relazioni che scandiscono la nostra esistenza si fa più concettuale. Sebbene in maniera meno letterale, i dipinti del percorso ci invitano a contemplare la ciclicità della vita incoraggiandoci a sottrarci ai ritmi della routine.

Gilda Bruno, 19 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Gli appuntamenti da non perdere in Italia ed Europa, da Reggio Emilia, Torino e Cortona, passando per Arles, Londra e Łódź

Nella mostra open air «Living Certosa», i fantasiosi collage del creativo francese documentano la rinascita del quartiere a partire dalla comunità, suo cuore pulsante

Una nuova collettiva in apertura al Foam di Amsterdam analizza il rapporto tra i due medium per avanzare ipotesi sul loro futuro

Risorto dalle ceneri, l’artista tedesco non guarda mai indietro, ma sempre al futuro. Nella mostra da White Cube Bermondsey «confessa i suoi peccati»

Almond traccia «la linea della vita» | Gilda Bruno

Almond traccia «la linea della vita» | Gilda Bruno