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Enrico Tantucci
Leggi i suoi articoliArsenale alla Biennale, partono i lavori. Il Comune di Venezia e la Biennale, con una nuova convenzione dopo quella già stipulata, hanno fissato il cronoprogramma per gli interventi di ristrutturazione previsti nello storico complesso con parte dei fondi che il Ministero della Cultura (MiC) ha messo a disposizione della fondazione guidata da Roberto Cicutto. Soldi stanziati nell’ambito del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per la creazione di un polo permanente di eccellenza nazionale e internazionale sull’arte contemporanea.
Si tratta in tutto di un centinaio di milioni di euro, rispetto ai 169,5 complessivi che la Biennale ha visto stanziati dal MiC. A fine ottobre è stato approvato dal Comune il progetto definitivo per il primo intervento predisposto dalla Biennale, quello che riguarda il restauro e la riqualificazione della Tesa all’Isolotto Sud e delle Artiglierie (area che la fondazione usa già per le mostre internazionali di Arte e Architettura) con un primo investimento di 6,6 milioni di euro.
I lavori di ristrutturazione saranno condotti dalla stessa Amministrazione comunale. Prevista anche una serie di robusti interventi infrastrutturali su tutto il complesso. Gli edifici restaurati Officine e Comparto del Ferro, accanto alle Corderie, saranno la sede del nuovo polo di ricerca, che di fatto ha già iniziato la sua attività. Il progetto di ricerca nasce dal potenziamento delle attività dell’Asac, l’Archivio storico delle Arti Contemporanee della Biennale. Si parte dai materiali custoditi nell’Archivio storico.
La «Mappa geopolitica degli artisti che hanno partecipato alle Biennali negli ultimi 20 anni, dal 1999 al 2020» è il titolo della ricerca che vede già al lavoro 120 studenti e docenti di Iulm-Libera Università di Lingue e Comunicazione, La Sapienza di Roma, Iuav, Ca’ Foscari, Accademia di Belle Arti e Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. Obiettivo finale è la definizione di una raccolta di dati condivisa che consenta ai ricercatori di comunicare e di ampliare i confini dei loro studi. C’è l’obiettivo di sviluppare attività di studio su un duplice binario: quello della ricerca pura, che parte dalla ricostruzione storica, e quello che indaga l’influenza nel vivere civile che lo sviluppo delle arti può produrre.
Gli studenti, selezionati da ogni università e istituto, hanno partecipato a un workshop di tre mesi, uno di questi all’interno dell’Archivio della Biennale. I risultati della ricerca sono imminenti. Gli spazi del nuovo Asac all’Arsenale saranno aperti anche a tutti gli altri archivi veneziani per metterli così in collegamento. Palazzo Grassi, ad esempio, ha già portato qui quello dei tempi della gestione Fiat. «All’Arsenale, ha dichiarato Cicutto, oltre alla nuova sede dell’Asac, realizzeremo un nuovo teatro polifunzionale da 500 posti, che sarà anche a disposizione della città. Ma anche una foresteria per accogliere i ricercatori che lavoreranno qui. Sul piano della residenzialità puntiamo anche ad accordi con altre istituzioni, come ad esempio la Fondazione Cini, per mettere in comune i posti letto già disponibili a Venezia proprio per accogliere chi verrà a lavorare e fare ricerca».

I restauri nell’Arsenale saranno condotti dall’Amministrazione comunale di Venezia
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