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«Battello sul lago Maggiore» (1915), di Angelo Morbelli

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«Battello sul lago Maggiore» (1915), di Angelo Morbelli

A spasso da Novara ai laghi con i pittori dell'Ottocento

Anna Maria Colombo

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Novara. Vi sono ancora quasi due mesi (fino al 25 settembre) per visitare la mostra di pittura ottocentesca curata da Susanna Borlandelli e Lucia Molino dal titolo «Sentieri di Luce. In cammino con Morbelli e Nunes Vais», in corso al Complesso Monumentale del Broletto di Novara.
Si tratta della seconda tappa dell’iniziativa «Open», promossa dalla Fondazione Cariplo in sodalizio con le Fondazioni di Comunità locali con l'obiettivo di far conoscere il patrimonio artistico dell’ente milanese in tutta la Lombardia e nelle provincie di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola.

I quarantanove dipinti esposti, provenienti, oltre che dalle collezioni della Fondazione Cariplo, dai Musei Civici di Novara e dalla Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni, nel loro insieme propongono al visitatore un itinerario che, partendo dal centro di Novara, si apre sulla pianura, sui laghi e sulle valli e montagne circostanti. Come detto nel saggio introduttivo dell’accurato catalogo (edito da Silvana), si tratta di «un ideale percorso di pittura di luce che collega la città al suo territorio». Parlare di «pittura di luce» significa entrare nel cuore della principale esperienza artistica della seconda metà dell’Ottocento, l’Impressionismo, e sebbene i linguaggi dei pittori in mostra siano differenti, l’interesse per gli effetti luministici è ciò che li accomuna.

Del percorso proposto, geografico e pittorico, si fanno guida i pittori Angelo Morbelli e Italo Nunes Vais. Le loro opere, rispettivamente «Battello sul lago Maggiore» e «Ancora un bacio» si pongono come le immagini simbolo dei modi «di andare» del XIX secolo. La prima, scelta anche quale copertina del catalogo, mostra una donna in gita sul battello, mentre nella seconda si vede un affettuoso bacio di commiato fra una madre in partenza su un treno e la giovane figlia, che per raggiungerle le labbra, attraverso il finestrino aperto, sale per un attimo sul predellino.
Entrambi i dipinti, oltre a testimoniare della diffusione dei nuovi mezzi di locomozione, appunto il treno e il battello, hanno anche un taglio della scena innovativo, di tipo fotografico.

Il visitatore poi troverà la piacevole sorpresa di un allestimento arricchito da un insieme di abiti e accessori da viaggio d’epoca, prestati dal Museo Civico Archeologico Etnografico C.G. Fanchini di Oleggio Castello.

«Battello sul lago Maggiore» (1915), di Angelo Morbelli

Anna Maria Colombo, 02 agosto 2017 | © Riproduzione riservata

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