«Seduzioni» (1906) di Vincenzo Migliaro (particolare), Napoli, collezione privata

Image

«Seduzioni» (1906) di Vincenzo Migliaro (particolare), Napoli, collezione privata

A Napoli una ventata di Liberty

Alle Gallerie d’Italia la ricezione partenopea dello stile floreale

Dal 25 settembre al 24 gennaio si tiene la mostra «Napoli Liberty. N’aria e primmavera» curata da Fernando Mazzocca e da chi scrive, organizzata da Intesa Sanpaolo per le Gallerie d’Italia, Palazzo Zevallos Colonna di Stigliano, tra le iniziative di maggior impegno prima dell’annunciato passaggio di sede delle collezioni permanenti nel palazzo storico del Banco di Napoli, previsto nel 2021.

Sono 71 le opere esposte, tra dipinti e sculture, in più una selezione di manifesti pubblicitari, ceramiche, mobili e gioielli, per far intendere quanto lo stile Liberty o Floreale, esploso tra l’ultimo scorcio dell’Ottocento e gli inizi del Novecento in Europa, sia stato recepito a Napoli, dove una nuova borghesia rinnova il volto della città in tutte le sue forme, dalle arti maggiori alle arti applicate, creando una produzione artistica moderna, funzionale al mercato.

Dopo l’avvio del piano di Risanamento urbanistico, a seguito dell’epidemia di colera del 1884, si sviluppa a Napoli un’edilizia pubblica di nuova concezione, come la Galleria Umberto I, in ferro e vetro, ma anche un’edilizia privata di palazzi e villini signorili nei quartieri Chiaja, Vomero e Posillipo, con una fioritura di dipinti e arti decorative, dai mobili al ferro battuto, ai vetri, alla ceramica, sulle facciate degli edifici e negli arredi d’interno, con linee curvilinee «a colpo di frusta» ispirate a motivi naturalistici.

La stagione che va dal 1887 al 1914, alimentata dal progresso delle arti industriali e dal consenso delle Esposizioni nazionali e internazionali, vede le arti applicate integrarsi con le arti maggiori in una prospettiva di decisivo rilancio produttivo. Nel campo della formazione fu determinante il ruolo del Museo Artistico Industriale dove Filippo Palizzi, con «La fontana degli Aironi» (1887), pezzo centrale della mostra, trasmette una lezione esemplare, modello di produzione utile agli allievi dell’Officina Ceramica e Stipetteria che vanno realizzando, nel 1905, manufatti dalle linee moderne in tendenza con le istanze del Liberty

Vi è traccia anche di quella breve stagione di avanguardia, denominata Secessione dei Ventitrè. Con Eduardo Pansini, Edgardo Curcio, Raffaele Uccella, Eugenio Viti e altri si organizzarono mostre autogestite alle quali partecipa attivamente Felice Casorati, che risiede a Napoli dal 1907 al 1911. La città si distingue tra i più fiorenti centri nell’industria del settore pubblicitario e nell’opera dei cartellonisti, dei grafici e degli illustratori si coglie il carattere di originalità del Liberty italiano.

I manifesti affissi per le strade di Napoli dalle ditte Mele, Miccio, Cirio, sono lo specchio di un mondo che investe nei messaggi del consumo e le imprese ingaggiano artisti internazionali, da Scoppetta a Migliaro, da Dudovich a Cappiello, a Metlicovitz. Napoli si distingue per l’originalità dei suoi gioielli Art Nouveau.

Tra i nomi più famosi del tempo ricordiamo Vincenzo Miranda, Vittorio Emanuele Centonze, Gaetano Jacoangeli, Alfredo Knight, artigiani e negozianti di straordinaria inventiva che segnano un primato assoluto del Liberty in Europa. L’immagine guida della mostra è un dipinto moderno e molto particolare di Vincenzo Migliaro, «Seduzioni» (1906). Attraverso la vetrina di un negozio di gioielli, una figura femminile osserva alcuni oggetti di lusso riposti sui piani trasparenti, in uno straordinario gioco di rifrazioni di luce dove sembra trasparire la fragilità emotiva della donna, simbolo di una città che sta cambiando, una nuova ventata di giovinezza, «… n’aria ‘e primmavera», come i versi di Salvatore Di Giacomo della popolarissima «Marzo», scelti a sottotitolo della mostra.

«Seduzioni» (1906) di Vincenzo Migliaro (particolare), Napoli, collezione privata

Luisa Martorelli, 24 settembre 2020 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Joseph Rebell, protagonista della mostra accanto ad altri specialisti del vedutismo, fu testimone di un periodo di progresso sociale, di cambiamento amministrativo, economico e urbanistico

Mariantonietta Picone conclude con il suo libro una decennale ricerca iniziata da una mostra del 1986

Cinquanta opere di Artemisia nelle Gallerie d’Italia

Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna 30 opere del maestro napoletano si raffrontano con quelle di artisti coevi, Toma, Michetti, Biseo, Talarico e con sculture di Gemito, D’Orsi, Renda e Rutelli

A Napoli una ventata di Liberty | Luisa Martorelli

A Napoli una ventata di Liberty | Luisa Martorelli