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Marina Abramović e Peter Doig vincitori del Praemium Imperiale 2025

© The Japan Art Association / The Sankei Shimbun

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Marina Abramović e Peter Doig vincitori del Praemium Imperiale 2025

© The Japan Art Association / The Sankei Shimbun

A Marina Abramovic e Peter Doig il Praemium Inperiale

L'artista serba è stata premiata per la Scultura, il britannico per la Pittura. In questa 36ma edizione il riconoscimento va anche all’architetto Eduardo Souto de Moura, al pianista e direttore d'orchestra András Schiff e alla coreografa Anne Teresa De Keersmaeker. La cerimonia a Tokyo il 22 ottobre

Stéphane Renault

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Peter Doig per la pittura, Marina Abramović per la scultura, Eduardo Souto de Moura per l’architettura, András Schiff per la musica e la coreografa Anne Teresa De Keesmaeker per il teatro/cinema sono i cinque artisti ai quali quest’anno la Japan Art Association ha attribuito il 36mo Praemium Imperiale. Gli artisti riceveranno un premio di 15 milioni di yen (circa 91mila euro), un diploma e una medaglia: quest’ultima sarà conferita dal principe Hitachi, zio dell’Imperatore del Giappone Naruhito e Patrono onorario della Japan Art Association, durante la cerimonia di premiazione che si terrà a Tokyo il 22 ottobre.

Un altro grande riconoscimento, la Borsa di Studio per Giovani Artisti, è stato assegnato al National Youth Theatre, il primo teatro al mondo per i giovani, fondato a Londra nel 1956, selezionato dal consigliere internazionale Lord Patten of Barnes e dal suo comitato del Regno Unito. In questa occasione, il National Youth Theatre ha ricevuto un diploma e un premio di 5 milioni di yen (circa 30mila euro). 

Istituito nel 1988, il Praemium Imperiale è considerato il «Nobel delle arti». Il premio «è un riconoscimento ai più grandi artisti per l’insieme della loro opera, il loro contributo all'arricchimento delle arti e della cultura e la loro influenza internazionale», precisa la Japan Art Association, la più antica fondazione culturale del Giappone, nata nel 1887 in onore del principe Takamatsu (1905-87).

Ogni anno, per designare i vincitori nelle cinque discipline, i consiglieri internazionali, con il supporto e la competenza dei propri comitati, selezionano le candidature da sottoporre alla Japan Art Association. Nel 2025 i comitati erano presieduti in Italia da Lamberto Dini (ex Primo ministro), nel Regno Unito da Christopher Patten (ex cancelliere dell’Università di Oxford), in Germania da Klaus-Dieter Lehmann (ex presidente del Goethe-Institut), in Francia da Jean-Pierre Raffarin (ex Primo ministro) e negli Stati Uniti da Hillary Rodham Clinton (ex Segretario di Stato).

«Sono stati premiati per i risultati conseguiti, per la loro influenza artistica a livello internazionale e per il contributo dato alla comunità mondiale con la loro attività», ha dichiarato Lamberto Dini alla presentazione dei vincitori di questa 36esima edizione. Tra gli artisti e architetti italiani che in passato hanno ricevuto il Praemium Imperiale: Umberto Mastroianni, Arnaldo Pomodoro, Gae Aulenti, Renzo Piano, Giuliano Vangi, Mario Merz, Enrico Castellani, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone e Giulio Paolini.

 

 

 

 


 

 

I premiati 2025

Pioniera della Body Art, Marina Abramović (nata il 30 novembre 1946 a Belgrado, in Serbia, ex Jugoslavia) ha costantemente messo in discussione i confini dell’arte attraverso un approccio radicale, arrivando talvolta a mettere in pericolo la propria vita. L’artista ha attirato l'attenzione internazionale con «Rhythm 0» (1974), consegnando letteralmente il proprio corpo al pubblico. In un’altra performance che ha fatto epoca, «Rest Energy» (1980), affrontava il suo compagno di allora, Ulay, che tiene in mano un arco teso con la freccia puntata verso il suo cuore. Nel 2010, al Museum of Modern Art di New York (MoMA), ha presentato «The Artist Is Present», una performance silenziosa durante la quale è rimasta seduta di fronte ai visitatori per oltre 700 ore. L’opera ha battuto i record di affluenza del museo. Stabilitasi a New York, nel 2012 ha fondato il Marina Abramović Institute (MAI), dedicato alle performance di lunga durata e all’interdisciplinarità.

Vincitore nella categoria Pittura, Peter Doig (nato il 17 aprile 1959 a Edimburgo, in Scozia, Regno Unito) è riconosciuto sulla scena internazionale come una delle figure di spicco della Nuova Pittura Figurativa. Partendo da ricordi personali e immagini, crea un racconto onirico in paesaggi e personaggi dai colori vivaci. L'artista è cresciuto sull'isola di Trinidad nei Caraibi e poi in Canada. «Queste esperienze di vita hanno avuto un impatto considerevole sulla mia pittura, dichiara. Penso che i miei quadri siano profondamente legati alla mia vita. Sono come un viaggio, un'espressione della vita che ho vissuto». Doig divide oggi il suo tempo tra Londra e Trinidad. 

Eduardo Souto de Moura (nato il 25 luglio 1952 a Porto, in Portogallo), vincitore nella categoria Architettura, è una figura di spicco della disciplina. Vicino ad Álvaro Siza (vincitore del Praemium Imperiale nel 1998), ha fondato il proprio studio nel 1980. Noto per la sua convinzione che «non esiste un'architettura universale, [che] tutto è radicato in un luogo particolare», si impegna a creare edifici in sintonia con il loro tempo e il contesto in cui si inseriscono, selezionando i materiali tenendo conto delle tradizioni e delle culture locali. Tra i suoi progetti principali figurano la Pousada Mosteiro de Amares (1997), un monastero cistercense del XII secolo trasformato in hotel, lo stadio comunale di Braga (2003) e la splendida Casa das Histórias Paula Rego (2009) a Cascais. Eduardo Souto de Moura ha ricevuto il Premio Pritzker nel 2011 e il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia nel 2018. 

Premiato nella categoria Musica, il pianista András Schiff (nato il 21 dicembre 1953 a Budapest, in Ungheria) è celebre per le sue interpretazioni di compositori che vanno da Bach a Bartók. Ha studiato all'Accademia Franz Liszt di Budapest, prima di perfezionarsi a Londra con il clavicembalista George Malcolm. Nel 1999 ha fondato la sua orchestra da camera, la Cappella Andrea Barca. È anche impegnato nella direzione d'orchestra, convinto che «dirigere allarga gli orizzonti».

Dalla creazione della sua compagnia di danza Rosas, nel 1983, Anne Teresa De Keersmaeker (nata l'11 giugno 1960 a Mechelen, in Belgio), premiata nella categoria Arti viventi e cinema, occupa un posto di primo piano sulla scena della danza contemporanea. Ha studiato danza alla Mudra, la scuola di arti performative fondata da Maurice Béjart (vincitore del Praemium Imperiale nel 1993), e alla Tisch School of the Arts della New York University. Al suo ritorno in Belgio, la creazione di «Fase» (1982), sulla musica di Steve Reich (vincitore del Praemium Imperiale 2006), le ha valso il riconoscimento mondiale. Tra le sue opere più importanti figurano «Rain» (2001) ed «EXIT ABOVE» (2023). Nel 2025 ha collaborato con il ballerino e coreografo Solal Mariotte per «BREL», un duo ispirato al cantante e attore belga. L'artista ha un legame di lunga data con il Giappone: nel 2004 ha diretto l’opera «Hanjo» di Toshio Hosokawa. Negli ultimi dieci anni il suo lavoro si è distinto nel campo delle arti visive al Louvre, alla Tate Modern e al MoMA.

 

Stéphane Renault, 15 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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A Marina Abramovic e Peter Doig il Praemium Inperiale | Stéphane Renault

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