DAZE al lavoro a Londra nel 2019. Cortesia dell’artista

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DAZE al lavoro a Londra nel 2019. Cortesia dell’artista

A Hong Kong la Street Art è murale e virale

K11 Musea presenta «City As Studio», progetto monumentale curato da Jeffrey Deitch

In concomitanza con Art Basel Hong Kong, dal 20 marzo al 14 maggio K11 Musea presenta «City As Studio», progetto monumentale che include opere di oltre 30 artisti, mostrando l’ampiezza e la profondità della scena dei graffiti e della Street art attraverso generazioni, stili e geografie. Ce ne parla una grande firma del mondo dell’arte contemporanea Jeffrey Deitch, curatore della mostra e profondo conoscitore del movimento artistico in continua evoluzione.

«City As Studio» si annuncia come la più ampia mostra di Street art mai presentata in Cina. Dai suoi esordi nelle strade di New York, com’è cresciuto il movimento fino a diventare un fenomeno globale, raggiungendo ed espandendosi anche in Asia?

Si tratta di una mostra importante per dimensioni e portata. Lavorando a stretto contatto con Adrian Cheng e K11, l’obiettivo è di presentare un’indagine sintetica che racconti storie attraverso il tempo e lo spazio. Viviamo in un mondo sempre più globalizzato e interdipendente e, come altre forme di cultura, i graffiti e la Street art ne sono parte integrante. La diffusione della Street art è stata possibile senza il sistema di filtraggio e di approvazione delle gallerie, dei critici d’arte e dei curatori, ma attraverso artisti che si incontravano e poi uscivano a dipingere insieme.

Ora internet sta avendo un effetto esponenziale. Gli autori di graffiti sono spesso accompagnati da fotografi che pubblicano le immagini dei lavori appena eseguiti. Invece del lento processo da persona a persona con cui i graffiti originariamente viaggiavano nel mondo, l’impatto è ora istantaneo. Anche con questa enorme espansione, il nucleo degli artisti attivi in questo settore rimane una comunità molto unita. Il Giappone ha un pubblico particolarmente entusiasta della Street art e dei graffiti. Ad esempio, senza interpellarmi un editore giapponese ha realizzato un libro fenomenale sull’ormai leggendaria mostra «Street Market» che ho presentato nella mia galleria di New York nel 2000.


Chi sono i principali street artist che operano attualmente nella Cina continentale e a Hong Kong?

Non sono abbastanza informato sulla nuova Street art in Cina e a Hong Kong, ma è per questo che la collaborazione con K11 è così importante, e sto imparando molto. La mostra include artisti come Barry McGee, Martin Wong e Tseng Kwong Chi, i cui lavori rispecchiano il personale legame con le loro radici culturali cinesi e asiatiche. Ciascuno di loro ha un background molto diverso, ma insieme hanno contribuito alla rappresentazione degli artisti asiatici inserendosi nel discorso internazionale sui graffiti e Street art. Hong Kong è una città vivace con molti spazi all’aperto per l’arte pubblica, tra cui l’Avenue of Stars e il Parco delle Sculture al K11 Musea. Tra gli artisti di graffiti locali presenti nella mostra figurano HKWalls, Kristopher Ho, Start From Zero e il collettivo Parent’s Parents.

In questo ambiente prevalentemente maschile, alcune artiste come Lady Pink e AIKO sono riuscite ad affermarsi. Quale impatto pensa abbiano avuto sulla cultura della Street art?

Quarant’anni fa la Street art era principalmente un club per soli uomini e Lady Pink era una delle poche donne ad avere un ruolo di rilievo. Ci sono sempre più artiste operative nell’ambito della Street art, tra cui Lakwena, Miss Van e Sheryo, che stanno ampliando il campo e introducendo un nuovo vocabolario.

In un mondo sempre più digitalizzato, qual è il futuro della Street art?

Internet ha ampliato enormemente il pubblico della Street art. Un murale di Banksy ha un impatto immediato, dal momento che l’immagine si diffonde velocemente in tutto il mondo sui social media. Artisti come JR usano la loro presenza online per trasformare i propri interventi di Street art in eventi internazionali. Gli Nft inoltre possono offrire agli street artist un nuovo modo di guadagnare. C’è un pericolo nel modo in cui alcuni street artist si sono spostati verso il branding e l’eccessiva commercializzazione, ma non sono preoccupato che la Street art venga «addomesticata», perché continuano a emergere artisti originali e radicali.

DAZE al lavoro a Londra nel 2019. Cortesia dell’artista

Carlotta de Volpi, 20 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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