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Michela Moro
Leggi i suoi articoliNonostante un mercato più «passista» che «scattista», in 183 giorni 16 società che agiscono entro i nostri confini hanno incassato 130,6 milioni
Meno timidezza, più risultati. Sarà forse per la presenza meno territoriale delle ammiraglie internazionali, ma sempre più case d’asta italiane accolgono l’invito a pubblicare i dati delle proprie vendite, e per questa «semestrale» il nostro giornale è in grado di pubblicare una lista di sedici società che offrono all’incanto opere d’arte in Italia. Non è una lista completa ma abbastanza indicativa di un mercato che pare avere in generale un andamento da passista più che da scattista, per usare termini olimpionici, ma che comunque continua nel proprio percorso. Meeting Art da Vercelli è al primo posto anche per il numero di aste online: novantadue su centodue aste tenute nei primi sei mesi del 2016, con medaglia d’oro all’Arte moderna e contemporanea che raccoglie 12.732.929,25 euro, e la soddisfazione dell’ad Pablo Carrara.
A Genova da Cambi il semestre ha visto consolidare il mercato, e non sono mancate le sorprese grazie all’asta di vetri di Murano che ha totalizzato oltre due milioni e centomila euro, con record e lotti battuti da dealer internazionali del collezionismo del nostro Novecento. L’asta dedicata alla scultura e oggetti d’arte ha ottenuto il 69% di venduto con un incremento del +93,9% sulla stima di partenza. Cresce il comparto legato all’antico: dipinti antichi, scultura e oggetti d’arte, ma bene anche i gioielli e gli orologi da polso; cresce anche la percentuale dei lotti venduti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso dal 47% al 49%.
Milano tallona Genova: Il Ponte Casa d’Aste segue a solo cinquecentomila euro di differenza e un incremento del 21,7% rispetto allo stesso periodo del 2015. La direttrice Rossella Novarini nota che è aumentata la partecipazione straniera: «Questo semestre ha registrato un forte incremento della clientela internazionale; i canali di vendita online si dimostrano uno strumento validissimo per ampliare il pubblico. Le aste di arte moderna e contemporanea, gioielli, design e arte orientale raccolgono la maggior percentuale di buyer internazionali, tuttavia crescono anche i dipartimenti di arredi antichi e vintage. La provenienza è diversificata, si caratterizza a seconda del settore e sempre più spesso è determinata dall’origine dei beni all’incanto; opere provenienti da terre straniere suscitano in primo luogo l’interesse dei connazionali. È fissa infine la presenza di americani, indiani, israeliani, cinesi, giapponesi, coreani e russi».
Clientela internazionale anche da Pandolfini, soprattutto per l’asta di arte orientale che ha realizzato il 178% delle stime minime, e il top lot della stagione per la casa fiorentina. «Un’ottima affermazione che consolida la nostra crescita, la fidelizzazione e l’allargamento, anche a livello internazionale, della nostra clientela. Anche per quest’asta abbiamo avuto moltissime richieste di collegamenti telefonici, quasi integralmente da compratori internazionali, dal Regno Unito, da Hong Kong e soprattutto da buyer cinesi che hanno dovuto confrontarsi con una vivacissima attività sulla piattaforma “Pandolfini Live” e con i compratori che hanno gremito la sala», ha commentato il ceo Pietro De Bernardi. Aggiunge il capo dipartimento Thomas Zecchini: «È una qualità superiore alla media quella degli oggetti ultimamente proposti dal mercato italiano, alla quale va aggiunta la loro freschezza: nella loro totalità sono provenienti da committenze private, quindi nuove per i buyer e molto più appetibili».
Legittima soddisfazione da Wannenes che ha registrato nei primi sei mesi dell’anno il semestre migliore della sua storia quindicennale con 11,7 milioni di euro (cfr. l’intervista con Guido Wannenes in questo numero di «Vernissage»).
Non dissimile è il racconto da Torino di Filippo Bolaffi, ad di Aste Bolaffi: «Grande soddisfazione. A trainare le aste Bolaffi sono stati francobolli, gioielli, vini e monete. La vendita di numismatica, in particolare, ha segnato un record nella storia della nostra società, con oltre tre milioni di euro. Ma il primo semestre è stato segnato anche dal debutto ufficiale del dipartimento dei gioielli, così come dal consolidato esito dell’asta di filatelia e da quello dei vini, che ha messo a segno un’altra performance record nella sua giovane storia».
Delle aste di arte moderna e contemporanea di Farsetti, da Prato, «Il Giornale dell’Arte» ha già trattato (cfr. lo scorso numero, p. 48). Sommando i risultati con quelli dell’asta di arredi e dipinti antichi, di una raccolta di maioliche e di dipinti e sculture del XIX e XX secolo, che ha sostanzialmente mantenuto le previsioni, confermando il momento positivo del settore, la casa pratese ottiene un totale di poco superiore agli otto milioni di euro, con un incremento del 34% rispetto agli esiti del primo semestre del 2015 e del 2014.
Aste Boetto ha tenuto sei aste nel semestre, con i migliori risultati ottenuti dall’antiquariato e dall’arte moderna e contemporanea e riscontrano un aumento del fatturato del 15% rispetto allo stesso periodo del 2015. In salita l’antiquariato e l’arte contemporanea, in discesa l’arte orientale, stabile il design, ottime le vendite nella pittura antica.
Sei anche le aste di Minerva Auctions, con i migliori risultati ottenuti dall’arte moderna e contemporanea e dai gioielli, orologi e argenti. Minerva ha segnato un incremento del 34% rispetto al primo semestre dell’anno precedente, a partità di numero di vendite (in parte dovuto all’inserimento di una seconda asta di libri a luglio). Infatti con due aste i libri raddoppiano il risultato del 2015, passando da 510mila a 1,2 milioni di euro confermandosi la casa d’aste leader del settore in Italia. I gioielli segnano un incremento del 22%, i dipinti antichi e del XIX secolo crescono del 20%, l’arte moderna e contemporanea del 16%, la fotografia del 7%.
Capitolium di Brescia comunica i risultati di 10 aste, tra fisiche e online, e 4.549 lotti venduti. Il settore a più alto fatturato nel semestre è stato quello di arte moderna.
Tre le aste esitate dalla napoletana Blindarte, con Memmo Grilli che dichiara: «Il successo dell’asta di maggio di arte moderna, contemporanea e design a Napoli è da legarsi probabilmente anche all’apertura della nuova sede di Milano della Blindarte. I dati numerici dei risultati parlano da soli: abbiamo avuto una percentuale di venduto per lotti di oltre il 65%, e per valore di oltre il 90%».
La fiorentina Maison Bibelot ha posto all’incanto 3mila lotti in cinque aste, tutte di diversa tipologia, con circa il 70% del venduto. Una stagione quindi positiva, come ha dichiarato l’amministratore unico Elisabetta Mignoni: «In questo semestre abbiamo rilevato un rinnovato interesse per l’antiquariato grazie anche all’importante house-sale che ha avuto luogo a Firenze in gennaio (“Arredi e dipinti di Villa Piatti”), con numerosi compratori italiani e stranieri in gara realizzando alcune aggiudicazioni record. In questo semestre Maison Bibelot si è presentata in settori nuovi, con risultati molto incoraggianti, con aste anche fuori sede: disegni antichi, fotografia (Milano) e automobili e cimeli dell’automobilismo (Verona). Ottimi anche i risultati dell’ultima asta di stagione, dedicata ai gioielli, che ha visto un grande interesse da parte di acquirenti stranieri».
Anche di Finarte si era già dato conto, e a conclusione del semestre ecco la valutazione di Giancarlo Meschi, presidente Finarte spa: «L’andamento delle aste primaverili di Finarte, che rappresentavano la seconda tornata assoluta del nuovo corso della società, ha confermato come il settore dell’arte moderna e contemporanea sia trainante. Siamo soddisfatti di essere riusciti a offrire molte opere che hanno ben intercettato le richieste attuali di un mercato in rapido mutamento, senza rinunciare comunque a proporre lotti di inizio Novecento selezionati per la loro qualità».
Anche Colasanti vede nelle due aste sostenute un trend in ascesa, con un incremento superiore al 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tra i risultati più interessanti nell’asta di marzo si segnala la sezione dedicata all’arte orientale dove era presente la collezione del primo ambasciatore italiano in Cina negli anni Trenta, mentre l’asta di giugno ha raggiunto ottimi risultati nella sezione dedicata a dipinti del XX secolo con nomi importanti tra cui Corpora, de Chirico, Rosai.
Dei risultati di Christie’s (15,2 milioni di euro) e Sotheby’s (13,7 milioni), che occupano il secondo e terzo gradino della nostra classifica, abbiamo esaustivamente riportato nei numeri scorsi del nostro giornale.
Le prime 16 in ItaliaMeeting Art 17,2
Christie’s 15,2
Sotheby’s 13,7
Cambi 12,7
Il Ponte 12,2
Pandolfini 12,1
Wannenes 11,7
Bolaffi 8,9
Farsetti 8,0
Boetto 5,3
Minerva 4,3
Capitolium 2,2
Blindarte 2,2
Maison Bibelot 1,9
Finarte 1,5
Colasanti 1,5
Totale 130,6
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