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Redazione GdA
Leggi i suoi articoliQuando Gaggero e Luccardini hanno iniziato a mostrare in ogni numero di «Il Giornale dell’Arte» i loro orridi trofei di caccia, edifici deturpanti al di là di ogni immaginazione, Fruttero & Lucentini, due delle più lucide intelligenze del Paese, hanno benedetto la casuale quasi omonimia di coppie dal sarcasmo implacabile con le cafonate nazionali. A oggi i mostri denunciati su queste pagine sono 200
Gaggero e Luccardini, i mostri vi piacciono o vi fanno schifo?
RL Avere un difetto aiuta a essere compreso, riconosciuto e ricordato.
GG Il mostro per me non è né bello né brutto. I mostri sono indicatori di come funziona la nostra civiltà; la forma delle città, l’architettura, l’edilizia: sono sintomi.
Quale rapporto c’è tra la droga e un poggiolo mostruoso?
RL Non mi sono mai drogato. Però chi altera la propria sensibilità è meno fastidioso di chi impone a tutti la sua volontà estetica distorta.
GG Secondo me anche il semplice disegno di una ringhiera o di un poggiolo possono denotare uno squilibrio, il disagio delle persone. È un’espressione culturale che è l’immagine di una situazione sociale.
Quando siete in vacanza e vedete un mostro siete contenti o vi arrabbiate?
RL Non mi arrabbio, sorrido: i mostri mi fanno tenerezza. Poi però mi indigno se penso a quelli che lo hanno autorizzato.
GG A volte la scoperta rallegra, ma è solo il perverso gusto del collezionista. Altre volte, in certi contesti, scopro mostri così terribili che gridano vendetta; danno fastidio per l’arroganza, irritano per la loro ottusità, mi rattristano.
Insultate in cuor vostro gli architetti autori di mostri o li compatite?
RL Li compatisco. So bene come vengono allevati gli architetti nelle nostre Università. Non c’è umiltà nei docenti, perciò gli allievi vengono contagiati e scalpitano per mostrare la loro genialità.
GG Non ci sono solo gli architetti, c’è tutto il mondo dei «costruttori» ed è esteso anche agli «approvatori» e ai committenti. Li insulto perché ci mettono del loro. Non sono solo vittime. Non è soltanto sciatteria o impossibilità di fare le cose meglio, ma una sorta di creatività dell’ignoranza, superbia dello zero. In fondo sguazzano bene nel torbido e ne approfittano per quel che possono. Contemporaneamente li compatisco perché mi rendo conto che questo momento è l’apoteosi dello spazio spazzatura. Cose ammucchiate, giustapposte, disarticolate, provvisorie, sconnesse: cercare colpevoli non ha quasi senso.
Come spieghereste a un nipotino che cosa è un mostro edilizio?
RL L’architettura bisogna toccarla, sentire l’eco della propria voce, girarle intorno. Non basta una foto: perciò andrei col nipotino a spiegare, toccandolo, che cosa non va.
GG Gli direi: questa è una cosa che poteva essere molto bella, invece è venuta così.
Si possono vietare i mostri per legge?
RL Non esistono leggi perfette. E comunque il progettista è di solito più astuto del legislatore.
GG È impossibile vietare i mostri per legge perché al contrario molte leggi hanno prodotto molti mostri.
Se l’idea di fare una piramide di vetro in piazza del Campo a Siena fosse elogiata perfino dai media, che cosa ne pensereste?
RL Bisogna vedere com’è la piramide. Magari è proprio quello che mancava alla piazza del Campo.
GG Penserei che non va bene anche se tutti decidessero il contrario e mi domanderei perché. Però se la cultura dominante decidesse che va bene, purtroppo prima o poi si farebbe. Sono pessimista al proposito.
E allora al Louvre?
RL Al Louvre non crea disturbo, anche se fosse stata una sfera. Era un mostro l’enormità della piazza vuota.
GG Il Louvre è una scelta molto interessante per quel che riguarda il sistema di distribuzione e la funzionalità del museo. Francamente che ci sia una piramide o un’altra cosa a segnare l’ingresso in quel punto lo trovo discutibile anche se ci si abitua a tutto.
Perché non si può fare la torre della Regione Piemonte in piazza San Pietro?
RL Perché siamo in Vaticano, non a Torino. Inoltre piazza San Pietro è già conclusa. Secondo me non si dovrebbero neanche verniciare le strisce pedonali sui sanpietrini.
GG Se partiamo dal presupposto che il contesto non ha alcun significato e che vi si può aggiungere qualsiasi cosa più o meno casualmente, allora tutto va bene. Il mistero è che, nonostante abbiamo ammucchiato più o meno recentemente (e continuiamo a farlo) una quantità incredibile di edifici a caso, resta il fatto che esistono paesaggi, esistono case e città e strutture territoriali che sono fatti in un certo modo piuttosto che in un altro e che di moltissimi nonostante tutto ci compiaciamo.
Fare un grattacielo oggi è da provincialotti o da avanguardisti?
RL È da provinciali. Il grattacielo non ha niente di speciale, salvo che uno si trovi al suo interno durante un incendio. Fare pozzi abitati sarebbe all’avanguardia. Lo fanno le formiche: sono all’avanguardia.
GG A volta sembra di sì, pur di essere alla moda si fa qualsiasi cosa. A volte in una città se ne fa uno; a due non ci si arriva. Una specie di voglio ma non posso, patetico. Non credo affatto che i grattacieli siano la soluzione dei nostri problemi. Sono macchine ad alto costo e consumo di energia; molto difficili da mantenere, molto delicati, che si giustificano in molti casi solo perché sono operazioni di finanza e vengono pompati da un punto di vista mediatico, archistar comprese. Si può vivere benissimo senza edifici mostruosamente alti.
Se vi piace la cioccolata perché non riempire le vasche di Versailles di cioccolata?
RL Finora nessuno ha prodotto architettura commestibile. Però sarebbe una buona idea trasformare i mostri edilizi in razioni alimentari. Diventerebbero veramente digeribili.
GG È proprio questo uno dei principi della mostrologia. Si capisce subito che certe cose non hanno senso: preferisco mangiare la cioccolata anziché andarci sopra in barca.
Fareste una putrella di vetro o un muro con mattoni di ferro o un bambino con cellule organiche ma non umane o siete tradizionalisti?
RL C’è già stato il libro di latta futurista e sicuramente ci sono in giro molte putrelle di vetro. C’è però repulsione per gli esseri umani clonati. È ancora troppo presto per assimilare questa normale evoluzione biologica.
GG Non mi reputo un tradizionalista. La ragione del fare o non fare in un certo modo un edificio non dipende solo dalla capacità/possibilità di realizzarlo così. Si può benissimo realizzare una putrella in vetro però potrebbe non aver alcun senso per una serie di altre ragioni, magari non estetiche o tecnologiche.
Credete che abbia senso parlare di logica in architettura?
RL L’intera vicenda, dal progetto alla sua realizzazione, è un processo logico.
GG L’architettura ci attrae e ammalia quanto più possiede e quanto più ne comprendiamo, anche solo intuitivamente, una sua specifica logica.
Vi piacciono le frittelle?
RL Dipende da che cosa c’è nelle frittelle. È roba untuosa, ma di solito è buona.
GG Certo che mi piacciono le frittelle, però non mi piacerebbero se fossero fatte col muco di un dinosauro. Sarebbe una mostruosità.
Credete che abbia senso parlare di economia in architettura?
RL Se non ci sono soldi non c’è architettura. Il caso limite è Arcosanti: il prodotto finale risente della penuria di denaro.
GG Certo che ha senso parlare di economia, ma non è esattamente ciò che rende florido il conto in banca di archistar, imprenditori, immobiliaristi... Per fortuna le case non devono crollare e devono servire a qualcosa.
Sognate di diventare ricchi?
RL Non ho mai sognato di diventare ricco. Però pensandoci bene, mi farebbe comodo: potrei viaggiare sempre.
GG La ricchezza oltre certi limiti è mostruosa: la quantità da sola (senza qualità, senza scopo, senza relazioni), oltre che immorale, è di per sé mostruosa.
Credete che abbia senso parlare di etica in architettura?
RL Credo di sì, ma siamo in pochi. Siamo un sottoinsieme insignificante dei progettisti in genere.
GG Tutti noi soffriamo se abitiamo in un edificio brutto o in una città che non funziona, se dobbiamo passare ore e ore nel traffico. Gli architetti, ma non solo loro, non hanno alcun diritto di far pagare alle persone le loro turbe e le loro fantasie.
Non sarebbe meglio che i funerali si facessero di nascosto e senza dirlo a nessuno?
RL Sono impreparato in materia. Comunque il costo dei necrologi è altissimo e non dipende dal valore del defunto. Perciò mi sfugge qualcosa.
GG Beh, è una storia tipica del nostro tempo. Siamo cinici e utilitaristi: di certe cose conviene occuparsi, di altre meno. Per una vita concentrata sull’istante non ha alcun interesse la morte che esige una visione d’insieme.
Credete che abbia ancora senso parlare di estetica in architettura?
RL Sì, però non ha senso parlare di estetica se non si è certi che la questione funzionale sia stata pienamente risolta.
GG Senz’altro sì, le cose belle ci toccano sempre. Misteriosamente ci attraggono.
Preferireste una bella donna o la femmina di un babbuino?
RL Solo una bella donna, possibilmente intelligente più di me. Sono due cose facili da trovare e infatti in genere mi trovo bene, e non sto parlando di sesso.
GG Questa domanda è molto pertinente col tema dei mostri edilizi: ci sono alcuni edifici che ci appaiono immediatamente brutti e repellenti, si capisce subito che ci si vive male e sono da evitare. Si, preferisco senz’altro una bella donna (e anche intelligente), è una questione che mi è molto chiara.
Che cosa pensate del futuro dell’umanità?
RL Spero che riesca ad adattarsi ai cambiamenti. Ai dinosauri è andata male.
GG Oltre alla speranza non vedo altri esercizi speculativi possibili per pensare al futuro.
I mostri avranno un futuro radioso o subiranno una fase recessiva?
RL Nella babele multiculturale sarà sempre possibile escogitare qualcosa di diverso dal contesto. Perciò i mostri avranno un futuro radioso.
GG Il mostro segna l’incapacità, forse momentanea, di rapportarci compiutamente al mondo che cambia. Rendercene conto è salutare. In questo senso la recessione sarebbe auspicabile.
Se il petrolio continua a calare, che cosa succederà alle archistar?
RL Ci saranno altre star, magari chimiche. Faranno cose strabilianti con quello che è rimasto.
GG Le archistar faranno un po’ meno grattacieli, fino alla prossima bolla.
Siete preoccupati?
RL No.
GG Il mostro mi ha educato all’indifferenza per sopravvivere, ergo non me ne importa niente.
Nella vostra attività vi è mai capitato di avere riscontri istantanei sul pubblico in qualche conferenza?
RL Abbiamo avuto applausi fin dalla prima conferenza. A ogni immagine scattavano gli applausi anche prima di sentire il commento!
GG È una cosa strana: nonostante siamo tutti mostruttori (terribile neologismo che significa costruttori di mostri) quasi tutti si ribellano e urlano contro i mostri, hanno una chiara percezione di che cosa sia mostruoso; magari a modo loro, ma ce l’hanno.
Avete mai proposto i vostri testi a un pubblico non italiano?
RL Quando ho fatto tradurre in inglese i nostri testi ironici, questi non facevano più ridere.
GG Esistono mostri molto diversi; da Paese a Paese c’è un genius loci nell’essere mostruoso. Per esempio incollare la carta da parati a fiori anche sul soffitto del bagno è roba da francesi del Nord o sassoni, difficilmente da mediterranei.
Vi sembra che ci sia una base comune per definire mostri edilizi nelle varie culture?
RL Sì, per me consiste nel confronto con le cose che il mostro ha intorno a sé e questo criterio è valido sia nella boscaglia sia nella banlieue sia nel centro storico.
GG Sì, c’è una base comune anche se ciascuno è mostruoso a modo suo. È qualcosa che funziona in termini di raffronto con ciò che si ha intorno, con ciò che si ha dentro di noi per come siamo fatti.
Ci sono autori o critici come Sgarbi o Toscani con cui vi sentite sintonizzati?
RL Ogni tanto capita di leggere qualche stizzita critica a edifici, ma in genere non ho trovato analogie col nostro lavoro.
GG Sono convinto che esistano molte persone che la pensano come noi, più o meno famose. Altri non ci amano…
Il rapporto che vi lega da così tanto tempo non è logorato dalla gelosia (magari delle rispettive mogli)?
RL Non ci frequentiamo, pur vivendo nella stessa città. Passano mesi fra un sms e l’altro. In genere succede in prospettiva degli articoli che ci siamo impegnati a scrivere per il nostro editore.
GG Siamo sempre stati liberi e indipendenti. Ho sempre rispettato ciò che pensava Luccardini e lui ha fatto la stessa cosa con me.
Non avete il timore di parlare male di un progetto redatto da un architetto famoso, da tutti omaggiato?
RL No, il timore reverenziale non è il mio caso.
GG Non abbiamo mai parlato delle persone. Si tratta di guardare con atteggiamento stupito e curioso alle opere a prescindere da chi le ha fatte. Attribuire colpe o mettere alla berlina i responsabili è uno sport di certi giornalisti, certa stampa scandalistica.
La vostra attività vi ha creato antipatie?
RL Le antipatie, anche se esistono, non si sono mai manifestate. Sono invece molti quelli che esprimono simpatia o scrivendo all’editore o fermandomi per strada.
GG Probabilmente sì, ma non mi fermano per dirmelo. Il riscontro prevalente è di simpatia.
Avete più amici o nemici?
RL Gestiamo questa rubrica da più di venti anni. Si può osservare che non sarebbe durata così a lungo se avessimo dato alimento a un branco di nemici.
GG Non uso Facebook.
Nell’intorno dei vostri amici o colleghi vi è mai capitato di ricevere critiche e suggerimenti?
RL C’è un sacco di persone che segnala mostri edilizi, quasi sempre vicino a casa loro o che danneggiano le vedute da casa loro. Nessuno ha mai detto che siamo stati troppo pesanti o troppo leggeri, dunque penso che siamo stati equilibrati.
GG Molte persone mi hanno detto: «Ti mando una foto... Hai visto quest’altro...» Poi c’è anche qualcuno che si rende conto di avere fatto un edificio strano, quando ci vede si turba… Ma, è una sensazione passeggera.
Avete in mente qualche mostro dell’antichità, cioè qualcosa così dissonante da tutto il resto da sembrare un mostro?
RL La pietra miliare posta dai Romani all’inizio di una loro strada consolare che parte da Salonicco e va verso est: è alta cinque metri.
GG Non esageriamo, già abbiamo fatto danni nel contemporaneo.
Vi è mai venuta la voglia di dare suggerimenti per addolcire o modificare qualcosa di mostruoso?
RL In qualche caso io avrei voluto suggerire la modifica dei dettagli o dei colori, mai un rifacimento dell’organismo nella sua interezza. Però in coppia non abbiamo mai concepito suggerimenti. Anche perché non siamo affatto convinti di avere la supremazia del giudizio.
GG A volte sì, aggiungere qualche cucchiaino di zucchero.
Quando eravate bambini pensavate già a queste cose?
RL No, volevo fare qualcosa nell’agricoltura. Ma poi mi sono laureato in architettura...
GG Quando facevo il liceo mi divertivo a disegnare grattacieli e cose strane. Diciamo che scimmiottavo certe architetture moderne. Poi sono caduto da cavallo.
Come fate a trovare questi mostri?
RL Ho sempre una fotocamera in tasca. Se sono in auto mi fermo subito e scatto anche più foto.
GG Basta guardarsi in giro. Raramente abbiamo fatto insieme i cacciatori di mostri.
Esistono altri settori della vita sociale in cui si riscontrano modi mostruosi di manifestarsi?
RL L’abbigliamento, le insegne pubblicitarie, le acconciature delle siepi... Il piercing, i tatuaggi, lo slang, il modo di guidare i veicoli...
GG Il mostro non è soltanto nell’edilizia. È segno che non esiste una cultura condivisa (il che è normale ma si vede), che la globalizzazione è incompiuta. Tecnologie in via di sperimentazione. Sintesi di giustapposizioni: assemblaggi. Si fanno le cose in base alle esigenze utilitaristiche del momento: chi se ne frega del resto.
I mostri sono una cosa ridicola (sulla quale si può ridere) oppure tragica cioè preoccupante?
RL Sono una cosa ridicola. Fortunatamente i mostri edilizi sono ancora una quota molto bassa del totale. Invece i mostri comportamentali diventano sempre più numerosi.
GG Beh, esistono anche le risate isteriche.
Quali sono i riferimenti, anche elementari, a cui vi appoggiate?
RL I docenti che ho avuto in Facoltà a Firenze. Ricordo Leonardo Ricci e Leonardo Savioli per l’Architettura; Edoardo Detti per l’Urbanistica e Umberto Eco per l’Estetica e la Sociologia.
GG Quando un bambino gioca a pallone in una piazza di Roma, anche se non se ne rende conto percepisce il Rinascimento, il Barocco ecc. Io ho giocato a pallone a Genova, Luccardini a Pesaro. Senza rendercene conto, abbiamo assorbito la sedimentazione di secoli in cui le persone hanno deciso di fare e hanno fatto alcune cose e non altre. È questa cultura di base, radicata, che poi abbiamo coltivato anche con lo studio, che fa suonare un campanello di allarme, che ci fa dire «Ma che cosa sta succedendo? Quello è un mostro!»
I più mostruosi scelti dagli amici dei mostri
Vero o fotomontaggio?«Il Giornale dell’Arte» n. 183 dicembre 1999
Gli scarponcini«Il Giornale dell’Arte» n. 203 ottobre 2001
Parking per libri«Il Giornale dell’Arte» n. 216, dicembre 2002
Il cane si chiama Agamennone«Il Giornale dell’Arte» n. 222, giugno 2003
Volevo farmi la funivia«Il Giornale dell’Arte» n. 232, maggio 2004
Fisco impenetrabile«Il Giornale dell’Arte» n. 242, aprile 2005
Cavolfiore radar«Il Giornale dell’Arte» n. 259, novembre 2006
Villa per acrobati«Il Giornale dell’Arte», n. 266, giugno 2007
Famolo strano«Il Giornale dell’Arte» n. 274, marzo 2008
Rotella di cemento «Il Giornale dell’Arte» n. 292, novembre 2009
L’arma della fede «Il Giornale dell’Arte» n. 314, novembre 2011
Confluenze spettacolari «Il Giornale dell’Arte» n. 341, aprile 2014
Il morto pentito «Il Giornale dell’Arte» n. 359, dicembre 2015
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È un «San Sebastiano», opera giovanile commissionata nel 1618 dal cardinale Pietro Aldobrandini. Probabilmente, per complesse vie ereditarie, è passato da Roma a una piccola chiesa francese vicina a Versailles, dov’è attestato dal 1836