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Un particolare del volto della Madonna di Ganghereto

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Un particolare del volto della Madonna di Ganghereto

La Madonna di Ganghereto in Valdarno dopo vent'anni ha trovato i restauratori

Il prezioso gruppo in terracotta del Quattrocento, opera di un allievo di Verrocchio, versa in gravi condizioni a causa dell'umidità

Terranuova Bracciolini (Arezzo). Per salvare la «Madonna in trono con Bambino e santi» nella chiesa di Ganghereto in Valdarno, capolavoro quattrocentesco in terracotta policroma dello scultore Agnolo di Polo, allievo di Verrocchio, sono scesi in campo l’Opificio delle Pietre Dure e la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio.

Da oltre venti anni l’umidità ha aggredito e ridotto in cattive condizioni l’opera un tempo molto visitata nel Comune di Terranuova Bracciolini in provincia di Arezzo. Diversi appelli per il restauro della preziosa opera erano stati lanciati nel corso del tempo anche dai parroci della caratteristica chiesa del paese, don Buchicchio e don Gilardoni. Oggi «Salviamo Ganghereto» è diventata concreta realtà grazie anche al Fai che ha iscritto il gruppo di terracotta nella lista «Vota i luoghi del Cuore». Il Comune sostiene il progetto e invita i volontari ad aderire alla campagna per la raccolta fondi.

Hanno aderito al progetto di pronto restauro Felicia Rotundo, funzionario della Soprintendenza responsabile per il territorio del Valdarno, Laura Speranza, direttrice del Settore di Restauro dei Materiali Ceramici, Plastici e Vitrei dell’Opificio delle Pietre Dure, le restauratrici Stefania Bracci e Francesca Rossi con la storica dell’arte Paola Francioni che si occupa delle segreteria della struttura.
 

Un particolare del volto della Madonna di Ganghereto

Il gruppo quattrocentesco in terracotta policroma della «Madonna in trono con Bambino e santi» nella chiesa di Ganghereto in Valdarno

Tina Lepri, 26 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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