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Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliSi entra passando attraverso l’installazione di Donata Lazzarini (Verona, 1968), «zɛnəˈdʒɛnɪsɪs: le gru e le cicogne», aerea e leggera, dove l’aria è elemento fondamentale di vita, e si approda a quella di Tracey Snelling (Usa, 1970), «Tenement Rising», dove l’aria manca e si è presi da un senso di soffocamento. È il percorso della nuova collettiva del ciclo «Contemporanea Non-Stop. Il respiro della natura», il format attraverso il quale la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona valorizza gli artisti che già fanno parte della sua collezione, anche con opere create per questa occasione, coinvolgendone di nuovi con la collaborazione di gallerie del territorio.
Puntata questa che, dopo acqua e fuoco, viene dedicata all’aria: curata da Patrizia Nuzzo, responsabile delle collezioni della Gam veronese, è stata realizzata in occasione della 19ma edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da Amaci, Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (con il sostegno della direzione generale del Mic e la collaborazione della direzione generale per la diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Affari Esteri) e resterà visitabile fino al 6 ottobre 2024.
Poetico invito alla levità e a un nuovo modo di interazione tra uomo e natura, le esili strutture in alluminio di Lazzarini accolgono piante tillandsie, dette figlie dell’aria, in grado di vivere senza terriccio né radici, ma anche piume e oggetti leggeri che si muovono al passaggio dei visitatori. Gli scorci metropolitani di Francesco Candeloro (Venezia, 1974) sono impressi su lastre di plexiglas colorato: «Luoghi Quotidiani (Napoli)», «Altri Segni Altri Passaggi (Londra)», «Altre Nature (Seoul)» si sovrappongono e incrociano a vicenda, dando vita a spazi immaginari in questa fusione creata dalla percezione.
L’installazione video di Julia Bornefeld (Germania, 1963) appartiene alla serie «Morphic Fields», dove forme si muovono animate da un misterioso soffio. Dopo i «Risvegli e Souvenir» di Andrea Guastavino (Genova, 1970) con le sue visioni incorporee create rielaborando scatti fotografici, il percorso si conclude davanti al mostruoso condominio formato da molteplici superfetazioni creato da Tracey Snelling. Protagonista nel 2019 di una personale allo Studio la Città, galleria che ha collaborato con la Gam per questa mostra, con la sua opera propone uno spazio urbano immaginario, pieno, carico di frammenti di esistenze isolate le une dalle altre nonostante la vicinanza, opprimente e soffocante, che si rivela, girando intorno all’installazione, solo un triste vuoto esistenziale.

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