Volterra: nella cava di pietre c’era l’anfiteatro
La valorizzazione del monumento prevista per il 2022

Fervono i lavori diretti da Elena Sorge all’anfiteatro romano venuto alla luce nel 2015, quando la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Pisa, seguendo la corretta applicazione delle norme dell’archeologia preventiva, trovò alcuni filari di un edificio curvilineo di notevoli dimensioni (ovale, su tre ordini di circa 65 m per l’asse minore e 82 m per l’asse maggiore) e dalla particolare struttura planimetrica e costruttiva, con ogni settore differente dall’altro.
Gli scavi in cui sono impegnati tecnici e scienziati del Cnr, dell’Università degli Studi di Firenze e Pisa e della Detroit Foundation ed eseguiti da Cooperativa Archeologia, dovrebbero portare alla valorizzazione del monumento nel 2022. L’anfiteatro, che si affianca al teatro scavato alla metà del ’900 (tuttora in uso), si presenta integro con ambulacri coperti perfettamente conservati, custoditi nel cuore della collina e scavati al di sotto delle gradinate romane.
Sono poi emersi un corridoio voltato che circonda l’arena e un’ulteriore struttura sotterranea. Il monumento mescola elementi della struttura piena o cava e la tecnica edilizia con bozze litiche «a filaretto» rimanda al teatro augusteo di Vallebuona. Crollato forse a seguito di un terremoto (III-IV secolo d.C.), l’anfiteatro venne impiegato come cava di pietre della città tardoantica, scomparendo a poco a poco poiché la valle fu destinata a uso agricolo e le pietre rimaste messe in opera per creare potenti canalizzazioni.
Il terreno è stato acquistato nel 2019 dal Comune di Volterra grazie a 250mila euro elargiti in regime di ArtBonus dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, dando inizio ai lavori, cui si sono aggiunti i 250mila euro concessi dalla Regione Toscana e un pari finanziamento derivante dal concorso ArtBonus.