Vivian Maier si fa in tre

Una delle fotografie di Vivian Maier esposte a Lucca © Vivian Maier – Collezione Association Vivian Maier et le Champsaur, Fondo John Maloof
Chiara Coronelli |  | Lucca

La storia è nota, ma continuiamo a raccontarla perché è una favola in piena regola. Nel 2007 un agente immobiliare di Chicago, John Maloof, compra all’asta il contenuto di un intero box, espropriato a una certa Vivian Maier che non ne pagava più l’affitto

Tra oggetti di ogni tipo, vestiti, cappelli e altre minuzie collezionate alla rinfusa, Maloof trova una cassa contenente centinaia di negativi e di rullini neppure sviluppati. Quando comincia a frugare tra quelle immagini si rende conto di avere trovato un tesoro, fotografie straordinarie nate da uno sguardo in quel momento ancora sconosciuto. Dopo la scoperta Maloof continua a cercare la signora Maier, finché nel 2009 viene a sapere della sua morte, avvenuta il 21 aprile di quell’anno, a Chicago. Comincia così la vita postuma di Vivian Maier, la bambinaia americana da molti considerata un inatteso quanto fulgido nuovo capitolo di street photography, alla
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© Riproduzione riservata Un autoritratto del 1956 di Vivian Maier, esposto a Monza © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York In mostra a Monza: Vivian Maier, Location unknown, January 1956, 40x50 cm(16x20 inch.) , © Vivian Maier/Maloof Collection, Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York Una delle fotografie di Vivian Maier esposte a Lucca © Vivian Maier, Bertin Escallier nella Vallée de Champoléon - Collezione Association Vivian Maier et le Champsaur, Fondo John Maloof
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