Redazione GDA
Leggi i suoi articoliIppolito Caffi, mosso dal bisogno incessante di mettere in gioco la propria creatività, dimostrò anche una disposizione ad abbandonare rotte consolidate, con viaggi fino in Oriente e persino un’ascensione in mongolfiera con l’aeronauta François Urban.
Morirà a Lissa, a 57 anni, nell’affondamento della nave «Re d’Italia», dove era imbarcato per meglio osservare la guerra. A questo pittore Marco Fabio Apolloni rende omaggio allestendo dal 15 marzo al 30 aprile una scelta di dipinti e acquerelli nella galleria di W. Apolloni.
Alcune vedute immortalano la città di Roma, che accolse Caffi da giovane, quando lasciò Venezia, dove studiava. Si passa da un interno del Colosseo illuminato dal chiaro di luna alla fantasmagorica esplosione di luce della Girandola di Castel Sant’Angelo.
Più forte nella sua percezione sensoriale, quasi a ricreare una risonanza interiore, è la gouache «Il vento Simun nel deserto», dove uomini sui cammelli tra la Sfinge e le Piramidi cercano riparo da un vento infuocato.
«Caffi fu l’ultimo dei vedutisti veneti e il primo dei moderni, commenta Apolloni. Forse nessun altro artista italiano ha seguito di persona tanti momenti cruciali del nostro Risorgimento».
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