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Particolare del Liber Chronicarum (1493), di Hartmann Schedel, Anton Koberger, Nuremberg

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Particolare del Liber Chronicarum (1493), di Hartmann Schedel, Anton Koberger, Nuremberg

Venezia, viaggio nel tempo con lo scanner

I primi risultati del progetto internazionale Venice Time Machine: già digitalizzati i 190mila documenti dell'Archivio di Stato veneziano, 720mila immagini della fototeca della Fondazione Cini e 300 volumi sulla storia della Serenissima

Lidia Panzeri

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Venezia. L’antica Serenissima, per iniziativa dei Dieci Savi alle Decime, istituì dal 1514 al 1740 un sistema di rilevazione delle ricchezze possedute dagli abitanti di Venezia. A fini fiscali, naturalmente, ma offrendo in tal modo un quadro quanto mai preciso della società di quei secoli.
Dal corpus di questi 250 anni di fondi trae origine l’Archivio di Stato di Venezia, lievitato nel corso dei secoli fino a 190mila documenti. Da questa premessa è partita, due anni fa, l’operazione Venice Time Machine, dal nome della fotocopiatrice di ultima generazione in grado di scannerizzare in tempi velocissimi più documenti e foto e persino libri in tre dimensioni. L’obiettivo era quello di digitalizzare e di mettere in rete questo patrimonio. A distanza di due anni Frédéric Kaplan, direttore del Politecnico di Losanna e responsabile di questo progetto ha tracciato un primo bilancio. Decisamente positivo. Oltre ai 190mila documenti dell’Archivio di Stato, sono state scannerizzate 720mila immagini della fototeca della Fondazione Giorgio Cini, un riferimento imprescindibile per gli studiosi di tutto il mondo di arte veneziana e veneta e non solo. Infine 300 volumi inerenti alla storia di due secoli di Venezia, appartenenti alla Biblioteca Nazionale Marciana; all’Università di Ca’ Foscari e all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.
Tre i motori di ricerca per accedere al materiale.
Il primo è denominato Canvas e permette di visualizzare i documenti, nella loro dimensione tridimensionale, a partire da una parola chiave. Il secondo, denominato Linked Books, mette in relazione le fonti primarie (documenti d’archivio) con quelle secondarie (libri e articoli). Infine Replica è focalizzato sulle immagini, consentendo il confronto tra l’opera completa e i suoi dettagli o tra opere di diversi artisti,  a partire da una data o dal nome di un autore, con un’apertura anche al campo della fotografia.

Al progetto hanno partecipato le diverse istituzioni cittadine: Archivio, Università di Ca’ Foscari; Biblioteca Marciana, Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti insieme a realtà nazionali come l’Istituto Centrale per il Catalogo e internazionali come il DHLAB (Digital Humanities Laboratory) Politecnico di Losanna. In tutto sono stati coinvolti più di cento ricercatori. Grande interesse ha dimostrato la comunità scientifica europea per questo progetto, il che fa ben sperare per un eventuale finanziamento.

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L'Archivio di Stato di Venezia, copyright Archivio di Stato di Venezia/Hillary Sanctuary

Particolare del Liber Chronicarum (1493), di Hartmann Schedel, Anton Koberger, Nuremberg

Lidia Panzeri, 18 ottobre 2017 | © Riproduzione riservata

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