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Christine Macel e Paolo Baratta alla conferenza stampa di chiusura della Biennale. Foto di Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia

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Christine Macel e Paolo Baratta alla conferenza stampa di chiusura della Biennale. Foto di Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia

Venezia, in 615mila alla Biennale di Christine

Lidia Panzeri

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Venezia. 615mila visitatori. Con questo risultato eccezionale si è conclusa, ieri, la 57. Mostra Internazionale d’Arte di Venezia «Viva Arte Viva», curata da Christine Macel (era aperta dal 18 maggio). Risultato tanto più positivo in quanto ottenuto in clima di concorrenza con la doppia edizione di documenta (ad Atene e a Kassel) e tanto più straordinario se si tiene conto che non è stato speso un centesimo in pubblicità né si è mai alzato il telefono per invitare i Paesi stranieri che nel frattempo hanno raggiunto il numero di 86. Un risultato che ha incassato anche il plauso del ministro Dario Franceschini per il quale la Biennale rappresenta un’eccellenza che contribuisce all’immagine e al prestigio dell’Italia nel mondo.
L’elemento che ha dato più soddisfazione al presidente Paolo Baratta, però, è che il vertice si è raggiunto nelle settimane del mese di ottobre e novembre con un picco fino a 31mila presenze, ben superiore alle 23mila registrate in occasione della vernice, da sempre in odore di mercato «Come se Arte Fiera di Basilea non fosse il nido del cuculo della Biennale».
Il fatto positivo è che ormai l’arte contemporanea è stata sdoganata, ha un suo pubblico che si mette in viaggio, per visitarla, diverso dai turisti mordi e fuggi,  e che sa distinguere la creatività artistica dalla miriade di immagini che ci bombardano dai social media. È un rapporto di reciproca fiducia e di reciproco riconoscimento, sempre dialettico, comunque, se Baratta definisce questa biennale «una palestra di scherma», un affondare ma anche un difendersi giocando di fioretto.
Un modo per avvicinarsi è certo quello di sedersi a tavola con l’autore, in un clima di cordialità dovuto al condividere lo stesso cibo, una delle iniziative più positive di questa edizione. L’ultimo appuntamento, ieri, con Ernesto Neto.
Un terzo dei visitatori è costituito da under 26, di cui 35mila studenti, mentre i veneziani rappresentano meno del 2% dei visitatori. E tuttavia Venezia è una città che ha molte vene, anche se spesso esangui. La Biennale le restituisce il sangue con una ventata di energia.

Nessuna anticipazione, infine, sul prossimo curatore: sarà reso noto intorno a Natale, promette Baratta.

Christine Macel e Paolo Baratta alla conferenza stampa di chiusura della Biennale. Foto di Andrea Avezzù, courtesy La Biennale di Venezia

Lidia Panzeri, 27 novembre 2017 | © Riproduzione riservata

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