Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Dario del Bufalo
Leggi i suoi articoliLa foto in bianco e nero qui presentata ritrae il magnate del petrolio John Paul Getty (1971) nella sua residenza La Posta Vecchia a Palo Laziale. Orgoglioso posa per il fotografo Milton Gendel vicino a una vasca (labrum) di porfido rosso egiziano di epoca romana, che ha acquistato nel 1968 da un mercante di Firenze. Quando nel 1974 decise di lasciare l’Italia per tornare in California, Getty tra le altre cose, voleva portare con sé questo oggetto tanto amato ma il permesso di esportazione gli fu negato e la vasca sequestrata. La competenza territoriale volle (e ancora inspiegabilmente vuole) che il bacile sequestrato fosse posto in custodia giudiziaria presso il Museo Etrusco di Villa Giulia, che ha appunto la giurisdizione sul territorio dell’Etruria Meridionale, come se tutti i reperti rinvenuti nell’Etruria Meridionale fossero di origine etrusca!
Le due foto a fondo pagina, scattate il 7 febbraio scorso, mostrano le condizioni in cui si trova la vasca oggi, quarant’anni dopo: è abbandonata dietro il chiosco del bar, sotto un gazebo che, più che proteggerla, la sta distruggendo, è piena di guano di uccelli e tutta crepata per l’eccessivo caldo estivo e per il clima umido e freddo invernale. Che peccato… Chissà se ora che la valorizzazione del Museo di Villa Giulia passa alla Soprintendenza di Roma, la vasca «etrusca» potrà finalmente trovare un degno posto in un museo di arte romana? Mi chiedo anche se, considerato che in quarant’anni non l’ha potuta ammirare nessuno e ora cade in rovina, non sarebbe forse stata esposta e conservata meglio dal magnate?
Altri articoli dell'autore
Bufale archeologiche • Scavi clandestini nella malarcheologia di Dario Del Bufalo, architetto pentito
La recente mostra della Collezione Caillois di pietre a Villa Medici è stata un fiasco, nonostante i toni elogiativi del catalogo edito da Fmr
Il rinvenimento è senz’altro importante sul profilo storico e documentario, ma non si può parlare di una delle scoperte più importanti della storia
La distruzione di un’opera d’arte è stata nei secoli usata come strumento di ricatto, di protesta o come gesto politico e sembra che sempre più stia assumendo un carattere «mainstream» internazionale