Una primadonna tra gli squali
Paula Cooper, gallerista «all’antica», spiega come sia possibile mantenere autonomia e autorevolezza in un circuito dominato da colleghi multinazionali e collezionisti conformisti
Paula Cooper, aranciata in mano e sorriso cordiale, non è come me l’immaginavo. Un caffè espresso e un atteggiamento più freddo sarebbero stati più consoni alle aspettative che avevo su uno dei più potenti mercanti d’arte al mondo, soprattutto di uno dai gusti così austeri. Dopo tutto la Cooper, settantasettenne, è sopravvissuta e ha prosperato per cinquant’anni nel volubile mercato dell’arte. La sua è stata la prima galleria ad aprire a Soho, con una mostra di opere di artisti come Carl Andre, Dan Flavin e Donald Judd, per sovvenzionare lo Student Mobilization Committee to End the War in Vietnam nel 1968, quando il presidente degli Stati Uniti era Lyndon Johnson. Da allora si sono succeduti altri otto presidenti e il mondo è
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