Una nuova fiera aprirà a Tokyo nel luglio 2023

Fondato da Sandy Angus, Tim Etchells e Magnus Renfrew, Tokyo Gendai mira a consolidare un mercato in crescita in Giapponee

Il momento è maturo per lanciare una fiera a Toyko, secondo il co-fondatore Magnus Renfrew
Anny Shaw |

Nel luglio 2023 a Tokyo verrà lanciata una nuova fiera dʼarte contemporanea, che si aggiunge al fiorente numero di eventi nella regione dellʼAsia Pacifica.
Si tratta di unʼidea di Sandy Angus, Tim Etchells e Magnus Renfrew, la cui rete di fiere comprende ora Taipei Dangdai, India Art Fair, Sydney Contemporary, Photofairs Shanghai e Art SG (il lancio di questʼultima, dopo diversi rinvii, è previsto dal 13 al 15 gennaio 2023 a Singapore).

Chiamata Tokyo Gendai (in giapponese «gendai» significa «contemporaneo»), la nuova fiera si terrà dal 7 al 9 luglio 2023 nel centro congressi Pacifico Yokohama. Si prevede la partecipazione di 80-100 gallerie, di cui circa il 20% provenienti dal Giappone. La curatrice e consulente dʼarte Eri Takane è stata nominata direttrice della fiera.

Renfrew sostiene che i tempi sono maturi per lanciare una fiera a Tokyo grazie alla «maturazione» del mercato non solo in Giappone ma in tutta lʼAsia e, soprattutto, alla presenza di una nuova generazione di collezionisti «che acquistano ad alto livello in tutto il mondo». Questo riflette «un cambiamento epocale», aggiunge Renfrew, rispetto allo sviluppo della scena di Hong Kong più di dieci anni fa, quando «bisognava davvero riunire tutti per avere un mercato sufficientemente grande e forte per sostenere una fiera dʼarte ambiziosa».
Eri Takane è la direttrice della nuova fiera Tokyo Gendai, che si svolgerà dal 7 al 9 luglio 2023 nel centro congressi Pacifico Yokohama della capitale giapponese
Renfrew riconosce che c'è «ancora molto lavoro da fare» in termini di sviluppo di un pubblico per lʼarte contemporanea internazionale in Giappone, ma la presentazione di una fiera di questo tipo può «dare alle persone un senso di fiducia nel fatto che stanno andando nella giusta direzione».

Negli ultimi trentʼanni il mercato dellʼarte giapponese ha subito unʼimpennata. Secondo i dati del settore, tra il 1987 e il 1991 i collezionisti giapponesi hanno speso in opere dʼarte più di mille miliardi di yen, pari a 8,7 miliardi di dollari, anche se alcuni sostengono che il valore effettivo fosse il triplo. Tuttavia, con il crollo del mercato azionario giapponese e lʼentrata in recessione del Paese, il mercato dellʼarte nazionale ha attraversato un lungo periodo di declino.

Nellʼultimo decennio, tuttavia, il mercato giapponese si è lentamente stabilizzato, con vendite per un valore stimato di 60 miliardi di dollari allʼanno. Secondo un rapporto pubblicato da Artprice lʼanno scorso, il Giappone rappresenta circa il 2% del commercio allʼasta in Asia, una quota relativamente piccola ma lʼottava più grande per Paese al mondo dopo Italia e Svizzera.

Durante la pandemia il mercato giapponese ha subito una flessione solo del 14% rispetto a oltre il 30% di Paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Francia. Questo risultato è attribuito principalmente alla solidità del mercato interno, considerato più accessibile e liquido.

Renfrew spera che la sua rete di fiere, ora raggruppate sotto lʼinsegna The Art Assembly, crei una promozione incrociata nella regione, in particolare con le vicine Taiwan e Hong Kong, che negli ultimi mesi è stata ostacolata da un crescente controllo da parte di Pechino e dalle rigide misure anti Covid-19. Tuttavia Renfrew ritiene che la scena delle gallerie a Hong Kong sia ancora vivace, mentre le case dʼasta hanno «raddoppiato i loro investimenti immobiliari». E aggiunge: «Non escluderei Hong Kong per il momento».

Tra i membri del comitato di Tokyo Gendai cʼè Marc Glimcher, presidente e amministratore delegato di Pace Gallery, che descrive il Giappone come «una parte importante della scena culturale internazionale. È giunto il momento che il Paese torni a occupare il suo posto come una delle comunità di collezionisti più importanti del mondo, e stabilire Tokyo Gendai come una fiera di riferimento è il passo successivo».

Il membro del comitato Tim Blum, cofondatore della galleria Blum & Poe che ha aperto uno spazio a Tokyo nel 2012, afferma: «Con la lenta ma costante ascesa della classe collezionistica giapponese e la vasta portata globale delle arti del Giappone, sembra il momento giusto per realizzare una fiera dʼarte contemporanea globale di altissimo livello». Tra i membri del comitato figura anche John O’Doherty, direttore della galleria Sadie Coles HQ di Londra.

Il gruppo consultivo della fiera, invece, comprende collezionisti giapponesi, della regione e non solo, tra cui Yoshiko Mori, presidente del Mori Art Museum; Miwa Taguchi, cofondatrice della Taguchi Art Collection; il collezionista Ryutaro Takahashi; Takeo Obayashi, presidente della Obayashi Corporation; e i collezionisti di Dallas Howard e Cindy Rachofsky.

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Anny Shaw