Una mappatura di ciò che vide Klimt

Il Belvedere Inferiore dedica una mostra alle fonti del maestro della Secessione viennese, in primis Van Gogh, presente con sei opere

«Johanna Staude» (1917-18), di Gustav Klimt (particolare). © Belvedere, Wien, foto Johannes Stoll
Flavia Foradini |  | Vienna

«Klimt conosceva molte opere di Van Gogh, che fra laltro era stato anche presente con cinque dipinti alla Secessione viennese fra gennaio e febbraio del 1903 e due anni dopo ne vide una mostra a Berlino», ci dice Markus Fellinger, cocuratore della nuova mostra che il Belvedere di Vienna dedica alle fonti di ispirazione di Gustav Klimt.

Nel 1906, nella capitale austriaca, la galleria Miethke espose 40 dipinti di Van Gogh: «Proprio lì Klimt vide “I girasoli” e poco dopo ne creò lui stesso due varianti, oggi al Belvedere. Alla grande kermesse della Kunstschau nel 1909 poi, coorganizzata da Klimt, lartista fiammingo venne proposto con undici dipinti», aggiunge Fellinger.

Dal 3 febbraio al 29 maggio «Klimt ispirato da Van Gogh, Rodin, Matisse» espone al Belvedere Inferiore 90 opere, di cui 44 di Klimt. Il percorso focalizza al tempo stesso l’attenzione su capolavori dell’impressionismo francese, su Munch, Jan Toorop, Kees van Dongen e soprattutto su Van Gogh, presente con sei opere.

«Linflusso dell’artista fiammingo è ben riconoscibile negli anni 1912-14, prosegue Fellinger. In questo periodo Klimt ne riprende fra laltro le combinazioni cromatiche e le composizioni. Ma continuò a evolversi di fatto lungo tutta la sua carriera, assorbendo stimoli dai movimenti artistici dell’epoca e rielaborandoli senza fare mistero di quelle citazioni stilistiche».

Punto di partenza scientifico per la mostra è stato un progetto di ricerca congiunto tra il Belvedere e il Museo Van Gogh di Amsterdam, iniziato nel 2015 per comprendere meglio quali artisti o opere avessero potuto influenzare Klimt.

Il risultato è una banca dati ora aperta anche ai ricercatori, che raccoglie informazioni su trenta artisti internazionali, in particolare rispetto alle opere che furono esposte a Vienna e in altre città nei periodi in cui Klimt vi soggiornò: una sorta di mappatura di ciò che l’artista del «Bacio» sicuramente vide e che poté interessarlo: «La possibilità di giustapporre in questa mostra le sue opere e lavori di altri artisti che palesemente gli fornirono spunti di ispirazione, consente un’esperienza visiva totalmente nuova dell’evoluzione del pittore viennese», conclude il cocuratore.

© Riproduzione riservata
Calendario Mostre
Altri articoli di Flavia Foradini