Un raro esempio di Rococò romano
Il recupero della chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio

Roma. Derisa e poco apprezzata fin da quando, nel 1614, presero avvio su disegno di Carlo Fontana i lavori che si sarebbero conclusi nel 1735 con il compimento della facciata ad opera di Giuseppe Sardi, la Chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio è uno dei rari esempi del Rococò nella capitale. Il soprannome «la torta di zucchero» si deve, più che alla sontuosa facciata, all’esuberante decorazione della chiesa e della sacrestia: neppure un centimetro è risparmiato dal trionfo di ori, affreschi, stucchi, marmi, maioliche, specchi, statue e dipinti di Luca Giordano, Sebastiano Conca e il Baciccia.
Dopo gravi infiltrazioni d’acqua dal tetto, con conseguente degrado delle antiche capriate in legno e degli affreschi sulla volta della navata e della cupola, il tetto è stato sanato con tegole antiche. Da un paio d’anni sono in atto operazioni di messa in sicurezza della torre campanaria e dell’impianto architettonico della chiesa che presentava profonde lesioni.
I lavori procedono grazie ai finanziamenti del Fec (Fondi Edifici di Culto del Ministero dell’Interno cui la chiesa appartiene) e della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma. Con i fondi del Fec a Roma sono in fase di restauro altre chiese da tempo trascurate: la Basilica di Santa Maria sopra Minerva, che conserva la statua del Cristo risorto di Michelangelo e la Cappella Carafa affrescata da Filippino Lippi, e la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri progettata da Michelangelo e realizzata all’interno da Vanvitelli.
In quest’ultima si lavora su sei delle tele del transetto, ognuna di trenta metri quadrati, realizzate tra Cinque e Settecento da Giacomo della Rocca, Pompeo Batoni e Niccolò Ricciolini.