Un raro esempio di Rococò romano

Il recupero della chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio

Scorcio verso il cielo della facciata della chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio a Roma. Foto tratta da Wikipedia
Tina Lepri |

Roma. Derisa e poco apprezzata fin da quando, nel 1614, presero avvio su disegno di Carlo Fontana i lavori che si sarebbero conclusi nel 1735 con il compimento della facciata ad opera di Giuseppe Sardi, la Chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio è uno dei rari esempi del Rococò nella capitale. Il soprannome «la torta di zucchero» si deve, più che alla sontuosa facciata, all’esuberante decorazione della chiesa e della sacrestia: neppure un centimetro è risparmiato dal trionfo di ori, affreschi, stucchi, marmi, maioliche, specchi, statue e dipinti di Luca Giordano, Sebastiano Conca e il Baciccia.

Dopo gravi infiltrazioni d’acqua dal tetto, con conseguente degrado delle antiche capriate in legno e degli affreschi sulla volta della navata e della cupola, il tetto è stato sanato con tegole antiche. Da un paio d’anni sono in atto operazioni di messa in sicurezza della torre campanaria e dell’impianto architettonico della chiesa che presentava profonde lesioni.

I lavori procedono grazie ai finanziamenti del Fec (Fondi Edifici di Culto del Ministero dell’Interno cui la chiesa appartiene) e della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma. Con i fondi del Fec a Roma sono in fase di restauro altre chiese da tempo trascurate: la Basilica di Santa Maria sopra Minerva, che conserva la statua del Cristo risorto di Michelangelo e la Cappella Carafa affrescata da Filippino Lippi, e la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri progettata da Michelangelo e realizzata all’interno da Vanvitelli.

In quest’ultima si lavora su sei delle tele del transetto, ognuna di trenta metri quadrati, realizzate tra Cinque e Settecento da Giacomo della Rocca, Pompeo Batoni e Niccolò Ricciolini.

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