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Giusi Diana
Leggi i suoi articoliOccorrono tre milioni di euro per il complesso restauro del corpo poligonale e delle facciate neogotiche di Palazzo Reale (anche detto dei Normanni), un palinsesto a vista di epoche e di stili che vanno dal Medioevo all’ottocentesco restyling neogotico
L’Assemblea Regionale Siciliana, che ha la sua sede parlamentare nel palazzo, è decisa a intervenire utilizzando i fondi comunitari della nuova programmazione 2016-22 per cui ha messo al lavoro il proprio ufficio tecnico affidando all’architetto Pasquale Riggio la redazione del progetto, che sarà presentato appena i nuovi bandi europei saranno pronti e prevede anche il recupero dei bastioni e l’illuminazione artistica a led. Nel corso di un incontro organizzato dalla sezione cittadina di Italia Nostra storici dell’arte e dell’architettura, docenti universitari e specialisti in restauro hanno sottolineato l’eccezionalità del contesto storico, artistico e architettonico e la necessità di istituire un comitato scientifico che attraverso un cantiere della conoscenza pervenga all’adozione di linee guida condivise e interdisciplinari.
La caduta di alcune porzioni degli intonaci delle facciate neogotiche, probabilmente appesantiti a causa degli interventi realizzati negli anni ’50 quando il palazzo divenne sede dell’Assemblea Regionale, ha rivelato i vari strati di intonaco fino a mostrare l’apparato murario sottostante di epoca medievale. Lo strato più superficiale è quello novecentesco color ocra apposto sull’intonaco frutto del restyling neogotico di Nicolò Puglia (1842-45 circa), ma al di sotto delle lesene si è rivelato un altro strato bianco databile tra Cinque e Seicento. Infine ecco comparire il livello medievale che lo storico dell’arte Ruggero Longo dell’Università della Tuscia spiega avere una caratteristica peculiare «come in altri ambienti del Palazzo l’incisione tra un concio e l’altro è dipinta di rosso, ciò vuol dire che un pittore seguiva il lavoro del manovale che posava i conci».
Si capisce bene come sia difficile intervenire senza compromettere la particolarità del palinsesto a vista che merita una grandissima cautela. William Tronzo, storico dell’arte dell’Università della California che è direttore scientifico del progetto di valorizzazione e fruizione del Palazzo Reale, afferma: «Si tratta di una stratificazione straordinaria, per le relazioni insite nei vari livelli, spero che questo progetto di restauro sarà motivo di ulteriore conoscenza». Maria Andaloro, soprintendente del Palazzo Reale, sottolinea come sia importante «iniziare un cammino con le associazioni per partecipare in modo critico alla fase di restauro».
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