Un lavoro a quattro mani, tra Lorenzo Lotto e Giovan Francesco Capoferri

A Bergamo è terminato il restauro delle tarsie del Coro ligneo della Basilica di Santa Maria Maggiore, frutto della collaborazione tra il maestro veneziano e l’ebanista lombardo

Una veduta del Coro dei Religiosi nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo
Ada Masoero |  | Bergamo

Dopo un anno e mezzo di lavori, il 27 ottobre è stato inaugurato il completamento del restauro delle tarsie del superbo Coro ligneo realizzato da Giovan Francesco Capoferri su disegni di Lorenzo Lotto per la Basilica di Santa Maria Maggiore, in Bergamo Alta.

Dopo la conclusione, nello scorso aprile, del Coro dei Laici (1553-55), cioè degli stalli per i membri della Congregazione della Misericordia Maggiore, committente nel XVI secolo dell’intero, grandioso manufatto, si è compiuto anche l’intervento sul Coro dei Religiosi (1523-33), il più antico, e con esso si è chiuso «Cantiere Vivo», il progetto di valorizzazione del restauro che nei 18 mesi di apertura ha permesso a oltre 700mila visitatori di seguire dal vivo tutte le fasi dell’intervento.
Una veduta dall’alto del Coro dei Religiosi nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo
Voluto da Fondazione Mia (che gestisce la Basilica, di proprietà del Comune di Bergamo), curato dal restauratore Luciano Gritti con la supervisione della Soprintendenza di Bergamo e Brescia, e sostenuto da Fondazione Banca Popolare di Bergamo, il restauro ha portato altre novità rispetto a quelle già emerse nella prima parte dei lavori, evidenziando come le enigmatiche tarsie di tema neoplatonico si distinguano l’una dall’altra per il trattamento delle ombre, il che prova come fossero state studiate in stretta relazione con l’architettura, per utilizzare al meglio l’illuminazione naturale della chiesa, che giungeva dalle finestre alle spalle del presbiterio.

Una però, quella della «Creazione» o «Magnum Chaos», forse nel restauro del 1855-63, fu capovolta per errore: com’è provato dalle ombre ritrovate, la scritta circolare era in origine (più correttamente in latino) «Chaos Magnum» e le braccia e i piedi della figura simbolica erano disposti correttamente, le braccia verso l’alto e i piedi in basso, e non ribaltati com’erano prima di quest’ultimo restauro.
«La Creazione», un particolare delle tarsie del coro ligneo della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo
Nel complesso, dalle tarsie emerge un itinerario iniziatico che, in pieno spirito rinascimentale, intreccia temi spirituali e profani e simboli religiosi e pagani in una sorta di summa della cultura più avanzata del primo ’500, mentre palesa la stupefacente inventiva di Lotto: vertiginosa, inquieta, ma ben più «feriale» rispetto a quella, così aulica, del potente rivale Tiziano.

L’intervento di restauro si è servito di tecniche innovative, con il monitoraggio micro-climatico dell’ambiente e un’ampia campagna di analisi sulle tecniche esecutive e le antiche vernici, con la scansione 3D dell’intero Coro, il rilievo Cad di tutti gli elementi che lo compongono e la campagna fotografica di documentazione. E la pulitura, dopo il consolidamento e la disinfestazione, è stata realizzata con sistemi laser di ultima generazione.
Un particolare degli stalli del coro nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo
L’intero lavoro è stato condensato nel documentario «Restauratio Humana», che sarà proiettato in anteprima, in Santa Maria Maggiore, il 15 dicembre alle 18.30, a pochi giorni dallo scadere del 2023, l’anno (esaltante per la quantità e qualità degli eventi culturali proposti in entrambe le città) di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura.

© Riproduzione riservata «Caino e Abele», un particolare delle tarsie del coro ligneo della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo
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