Un’indagine sul tema del tempo

Alla Galerie der Gegenwart 30 artisti di varie epoche in un allestimento che ruota intorno a un’installazione del 1996 di Bogomir Ecker

Un particolare dell’installazione di Bogomir Ecker «Dripstone Machine» (1996). © VG Bild-Kunst, Bonn 2021 e Archivio Bogomir Ecker
Francesca Petretto |  | Amburgo

La Kunsthalle apre l’anno con una mostra che va a occupare l’intero spazio della Galerie der Gegenwart, per l’occasione liberata da tramezzi e separazioni spaziali temporanee e ritornata al suo status iniziale di spazio unico a tutta altezza: «FUTURA. Misurare il tempo», dal 14 gennaio al 10 aprile, è una collettiva che raduna 30 lontanissimi nomi della storia dell’arte per indagare il tema del tempo e del come lo si possa rappresentare e misurare artisticamente.

Punto di partenza per le riflessioni di nomi noti e meno noti, di artiste attive oggi e loro colleghi del passato, è l’opera «Dripstone Machine» (1996) dell’artista sloveno, tedesco d’adozione Bogomir Ecker (1950), presente a diverse edizioni di documenta a Kassel. Letteralmente tradotto in «macchina a gocciolamento», la sua multi installazione è stata creata per poter funzionare per un periodo di tempo ininterrotto (e inimmaginabile) di 500 anni, dal 1996 al 2496: siamo dunque già al 25esimo appena compiuto, quasi 26esimo, un importante anniversario che va celebrato.

Se tutto procederà secondo i piani di Ecker, alla fine di questo tempo la sua macchina avrà incrostato parte dello spazio della Kunsthalle con tante piccole stalattiti e stalagmiti alte almeno 5 cm l’una. In sé niente di così spettacolare in natura, ma all’interno di uno spazio artistico espositivo la percezione dell’opera può essere molto diversa, incantati in attesa che cada la prossima goccia, pensando alle sue possibili conseguenze morfologiche sul substrato lasciato dalle precedenti. Bogomir Ecker propone a chi osserva un interessante esercizio mentale, la possibilità di compiere un viaggio in un futuro per sua essenza incerto che tuttavia può essere modellato.

Fanno da contraltare allo sforzo a cui è chiamato il pubblico le opere di 30 artiste e artisti di fama internazionale, messe in dialogo nonostante i secoli o le diverse discipline a cui appartengono: sono nomi in apparenza molto distanti, da Caspar David Friedrich a Katinka Bock, da Gustave Courbet a Sarah Lucas, da Elena Greta Falcini a John Cage e così via.

In che modo e misura può contribuire l’arte in quanto esperienza estetica alla creazione di un futuro come forma di pensiero a lungo termine? La mostra è accompagnata da un fitto programma di eventi e laboratori, musica, letture e incontri con studiosi di diverse discipline e dalla pubblicazione di un catalogo sull’opera di Ecker.

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