Un fiume d’oro per lo sposalizio Plessi Brixia

Un progetto inedito dell’artista emiliano per il «Corridoio Unesco», un percorso lungo il chilometro tra il Capitolium e il Museo di Santa Giulia

L’anello che Fabrizio Plessi immagina stringere in un abbraccio le colonne del Capitolium di Brixia
Ada Masoero |  | Brescia

Il 9 giugno s’inaugura ufficialmente a Brescia il «Corridoio Unesco», stupefacente immersione, aperta a tutti, nella storia bimillenaria della città, lungo il chilometro che separa il Capitolium dal Museo di Santa Giulia, nell’antico monastero di fondazione longobarda, arricchito nei secoli di sempre nuovi tesori d’arte. Per celebrare questo evento, promosso da Fondazione Brescia Musei (guidata da Francesca Bazoli, presidente, e Stefano Karadjov, direttore), la città e la Fondazione stessa hanno chiesto a Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1940) di concepire un progetto inedito e lui, maestro e pioniere della Videoarte, ha realizzato un percorso intitolato «Plessi sposa Brixia» (a cura di Ilaria Bignotti, fino al 7 gennaio 2024).

L’artista ha creato una serie di installazioni che accendono con la loro luce aurea gli spazi in cui vivono: la prima, «Capita aurea-Vanitas», nella Sala delle sculture nel Tempio Capitolino, è formata da grandi opere multimediali in cui tre teste bronzee, avvolte d’oro, si «liquefanno» illusoriamente, rapprendendosi al suolo in una pozza aurea. Nell’abside della chiesa longobarda di San Salvatore si alza invece un anello nuziale alto una decina di metri in cui «scorre» un fiume d’oro realizzato con nuovissimi led, a simboleggiare la fedeltà al passato come fonte della nuova ricerca artistica ma anche il «matrimonio» ideale di Plessi con l’arte e con Brescia: lo stesso anello che l’artista immagina stringere in un abbraccio le colonne del Capitolium di Brixia.

Nelle Domus romane dell’Ortaglia ci s’imbatte in «Underwater Treasures», dove i mosaici si trasformano in un elemento fluido: un mare d’oro che ondeggia e ne scompone l’immagine, mentre i frammenti di colonne del percorso si sciolgono in una pozza d’oro, e la scultura di «Santa Giulia crocifissa» si trasforma in «Floating Santa Giulia», con il panneggio mosso da un vento soprannaturale. A spiegare i molti significati di questi lavori, sono esposti anche i disegni progettuali.

Il 27 giugno è poi la volta della mostra «Fabrizio Plessi. Mariverticali», nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano (fino al 10 settembre): qui, con la cura di Bruno Corà, Alberto Fiz e Marco Tonelli, sarà esposta per la prima volta la serie completa delle 12 gigantesche barche d’acciaio che formano l’installazione «Mariverticali»: un lavoro ciclopico sul tema (centrale per Plessi sin da anni lontani) dell’acqua, esposto solo parzialmente alla 54ma Biennale di Venezia nel 2011, cui si aggiunge, nella Sala del Lucernario, la grande installazione di tre libri che si sfogliano digitalmente.

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