Un’ereditiera del settore petrolifero ha finanziato gli attivisti di Just Stop Oil ed Extinction Rebellion

Aileen Getty, nipote del magnate del petrolio J. Paul Getty ha donato milioni di euro per sostenere i gruppi di manifestanti che hanno preso di mira opere d’arte e musei

Gli attivisti di Just Stop Oil con le mani incollate al muro dopo aver lanciato zuppa di pomodoro sui «Girasoli» di Vincent Van Gogh (1888) alla National Gallery di Londra
Gabriella Angeleti |

Un’ereditiera americana del settore petrolifero ha fondato il gruppo che ha finanziato la recente serie di manifestazioni di attivisti per il cambiamento climatico che ha coinvolto il Regno Unito, i cui dettagli sono emersi dopo una protesta alla National Gallery di Londra il 14 ottobre, quando due membri di Just Stop Oil hanno gettato zuppa di pomodoro sui «Girasoli» di Vincent van Gogh (1888).

Aileen Getty, nipote di J. Paul Getty, magnate del petrolio e fondatore del Getty Museum di Los Angeles, nel 2019 ha fondato l’organizzazione no-profit Climate Emergency Fund (CEF) e, secondo quanto riferito, ha donato 1 milione di dollari del suo patrimonio personale a sostegno di gruppi di attivisti ambientali, tra cui Extinction Rebellion e Just Stop Oil, finito sotto i riflettori quando, il 14 ottobre, alcuni suoi membri hanno gettato zuppa di pomodoro sui «Girasoli» di Vincent van Gogh (1888) durante una protesta alla National Gallery di Londra.

Il legame di questi gruppi con un’ereditiera del settore petrolifero ha inavvertitamente accentuato le critiche sulla natura delle proteste, che talvolta hanno implicato atti di vandalismo verso opere d’arte e hanno preso di mira istituzioni senza alcun legame con l’industria dei combustibili fossili. Ad esempio, la National Portrait Gallery ha annunciato a febbraio che non riceverà più finanziamenti da British Petroleum (BP) dopo la scadenza del contratto a dicembre di quest’anno.

Just Stop Oil aveva già organizzato diverse manifestazioni in spazi pubblici e in particolare nei musei: Prima della trovata della zuppa di pomodoro, gli attivisti si erano incollati alle cornici di dipinti pregiati come «The Hay Wain» (1821) di John Constable alla National Gallery, «My Heart’s In The Highlands» (1860) di Horatio McCulloch alla Kelvingrove Art Gallery and Museum, «Tomson’s Aeolian Harp» (1809) di J.M.W. Turner alla Manchester Art Gallery e altri ancora.

Aileen Getty non ha lavorato in prima persona nell’industria petrolifera e ha investito gran parte della sua fortuna in iniziative filantropiche legate alla crisi climatica. La Getty Oil ha venduto le sue riserve di petrolio alla Texaco nel 1984. Secondo il sito web della fondazione, la Aileen Getty Foundation «sostiene organizzazioni e individui in tutto il mondo impegnati a rispondere all’emergenza climatica e a trattare il nostro pianeta e i suoi abitanti con gentilezza e rispetto».

Inoltre, contattata dal The Art Newspaper, la CEF sottolinea che il suo «obiettivo è sostenere i movimenti che chiedono ai governi e alle istituzioni di intervenire per proteggere l’umanità e la vita sul nostro pianeta, per poi aggiungere, il primo passo, che deve essere compiuto immediatamente da tutti i governi, è quello di fermare l’espansione delle infrastrutture per i combustibili fossili. Il CEF sostiene l’attivismo non violento, legale e provocatorio, che riteniamo sia il modo più rapido per stimolare un cambiamento radicale. Attraverso il reclutamento, la formazione e lo sviluppo di competenze, facciamo investimenti strategici in organizzazioni emergenti come [...] Just Stop Oil che lavorano per mantenere il nostro clima al centro del dibattito e per fare pressione sui governi affinché considerino urgente l’emergenza climatica».

Il CEF ha annunciato che ottobre 2022 sarà un mese di «protesta sostenuta e dirompente» in 11 Paesi. L’organizzazione accetta donazioni e ha ricevuto finanziamenti significativi da vari personaggi famosi, tra cui Adam McKay, noto soprattutto per il film metafora del disastro climatico «Don’t Look Up» (2021) che si è impegnato a donare 4 milioni di dollari dopo che a settembre è entrato a far parte del consiglio di amministrazione del fondo.
La scorsa settimana il CEF ha pubblicato sui social una dichiarazione in risposta alle varie teorie cospirative emerse dopo che è stato riportato il ruolo della sua fondatrice nell’industria del petrolio: «Vedo molto odio per la nostra co-fondatrice Aileen Getty. Prima di tutto, Aileen non ha mai lavorato nell’industria dei combustibili fossili. È la sua famiglia. Ma è ricca. Quindi chiedetevi: se foste nei suoi panni, come usereste il vostro denaro a fin di bene? La risposta di Aileen è stata quella di diventare una filantropa [che] ha co-fondato il CEF e ha donato oltre un milione di dollari a coraggiosi attivisti del clima. Noi non diciamo loro cosa fare. Li sosteniamo».

© Riproduzione riservata Aileen Getty
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