Un’epoca di immagini grazie a «Life»
Al Museum of Fine Arts di Boston 180 oggetti provenienti dagli archivi della rivista dialogano con le opere di Alexandra Bell, Alfredo Jaar e Julia Wachtel

«In parte grazie a “Life”, viviamo in un’epoca di immagini. Le riviste di tutto il mondo sono differenti grazie a “Life”; così come l’impaginazione delle illustrazioni dei giornali, l’aspetto della pubblicità e persino alcune tecniche televisive. “Life” resta uno dei grandi pionieri del giornalismo».
È con queste parole che nel 1972 Hedley Donovan salutava i lettori sull’ultimo numero della rivista americana che ha raccontato i grandi eventi del XX secolo, influenzando il modo in cui sono stati vissuti, percepiti e ricordati. Questo è stato possibile grazie all’uso innovativo della fotografia che, insieme alla parola scritta, ha dato vita a indimenticabili photo essays, spesso firmati da grandi nomi tra cui Margaret Bourke-White, Robert Capa e Henri Cartier-Bresson.
«Life Magazine and the Power of Photography» è la mostra che il Museum of Fine Arts di Boston, in collaborazione con il Princeton University Art Museum, dedica fino al 16 gennaio a questa iconica pubblicazione e al modo in cui ha plasmato il dibattito sull’attualità.
180 oggetti provenienti dagli archivi dialogano con le opere di Alexandra Bell, Alfredo Jaar e Julia Wachtel, in un percorso che è un tributo e una riflessione critica sul fotogiornalismo e sul potere della fotografia dei media (nella foto, la copertina di «Life, November 23, 1936» con una fotografia di Margaret Bourke-White). «Questa grande mostra,afferma il direttore della Ann and Graham Gund Gallery Matthew Teitelbaum, è un invito a scoprire un tempo in cui le fotografie hanno iniziato a influenzare gli eventi e le narrazioni mondiali, e come continuano a farlo oggi».