Un catenaccio d’acciaio al Palazzo Ducale di Urbino

Urbino. Uno degli importanti meriti di Vittorio Sgarbi è di essere tra i pochissimi che continuano a denunciare lo stato d’abbandono del nostro patrimonio artistico. Oggi la battaglia da lui aperta è su un’opera d’arte contemporanea, un catenaccio d’acciaio alto una decina di metri dell’artista inglese Tony Cragg, che uno dei nuovi direttori stranieri di museo usciti dalla riforma Franceschini, Peter Aufreiter, ha fatto collocare al centro del cortile del Palazzo Ducale di Urbino pensando così di valorizzarlo. Realizzando invece una ideologica «contaminazione» anni Sessanta che ha trovato l’illustre protesta di Pier Luigi Pizzi, il quale si è rifiutato di entrare nel cortile del Palazzo Ducale per l’orrore estetico che quel catenaccio valorizzatore gli provocava.
Orrore sacrosanto e nobile, ma anche maieutico col suo dimostrare:
1. La storica incapacità di soprintendenti, professori,
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