Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliUna personale di Ugo Rondinone dai Fori al Testaccio
Un’articolata visione simbolica dell’esistenza dell’uomo, un’alternanza tra vita presente e vissuto antico, ma in realtà investita di una simbologia polivalente, «Giorni d’oro + notti d’argento» è una mostra dell’artista multimediale Ugo Rondinone, concepita tra i Mercati Traianei e il Macro Testaccio dal 9 giugno al primo settembre.
Curata da Ludovico Pratesi, con il sostegno delle gallerie Gladstone, Sadie Coles ed Eva Presenhuber, la mostra è promossa dalla Sovrintendenza capitolina. Emerso nei primi anni Novanta, lo svizzero Rondinone (1964) vive e lavora a New York. «Rondinone vuole creare una sorta di environment, che coinvolge emotivamente lo spettatore, spiega Pratesi. Lo immerge in un mondo che mette in gioco sentimenti, pensieri rimossi e sensazioni che affondano le radici in un vissuto collettivo ancestrale e misterioso».
In un padiglione del Macro Testaccio, ricavato dall’archeologia industriale dell’ex macello di Roma, è ambientata «Vocabulary of solitude», già allestita al Museum Boijmans di Rotterdam (2016). Appoggiati a terra, 45 clown a grandezza umana, con il volto truccato di bianco e gli occhi chiusi, sono atteggiati in gesti ordinari: dormono, respirano, meditano, comunque appaiono isolati nel loro sentimento di straniamento interiore. Significativa la presenza di un gran numero di arcobaleni disegnati da bambini.
Nel circolo intorno all’esedra dei Mercati Traianei, «piantati» sul basolato romano, dominano, monumentali, cinque ulivi millenari, calchi in alluminio verniciato di bianco realizzati su esemplari ancora presenti in Lucania, la terra d’origine della famiglia di Rondinone, emigrata in Svizzera.
Altri articoli dell'autore
Una sessantina di opere di 51 artisti (da Parmigianino a Schiele, da Boetti a Kentridge), entrate nella collezione dell’istituto romano grazie a tre milioni finanziati dallo Stato, sono ora visibili a Palazzo Poli
Un’antologica nel Casino dei Principi a Villa Torlonia e al Mlac di una delle artiste più moderne e complesse del Novecento
L’allestimento da Tornabuoni è una continua scoperta all’interno dell’emisfero artistico e umano dell’artista torinese
Dopo cinque anni il direttore saluta il Macro di Roma con una collettiva di oltre trenta artisti che intende «restituire uno sguardo dinamico al visitatore»