Tutta l'arte del Presidente

Quella di Sergio Mattarella è stata una Presidenza della Repubblica memorabile (anche) per l'attenzione prioritaria alla cultura, con l’apertura totale al pubblico del Quirinale e con iniziative come i concerti e «Quirinale contemporaneo»

Sergio Mattarella durante una conferenza di presentazione di «Quirinale Contemporaneo»
Alessandro Martini |

Europeista, atlantista, super partes, non divisivo... Non stupisce che le estenuanti trattative per il nuovo Presidente della Repubblica non abbiano accennato al suo (potenziale) ruolo di garanzia e promozione dell’identità culturale della Nazione. Nel suo settennato Sergio Mattarella ha incarnato anche questo. Porte aperte nel Palazzo del Quirinale (con ben 708.520 ingressi dal 2015 a dicembre 2021) e nelle altre residenze presidenziali come Castelporziano (Rm), concerti di musica classica e contemporanea, mostre in sede e inaugurazioni in tutta Italia. E poi le prime alla Scala e i vernissage alla Mostra del Cinema di Venezia, discorsi pubblici incentrati sull’arte e sulla cultura, aperture di anni accademici e viaggi diplomatici sempre corredati da visite a mostre e musei locali.

Il suo incarico, iniziato nel 2015, ha segnato non poche novità nel campo della promozione dell’arte, della musica e del patrimonio storico nazionale, a partire proprio dalla completa apertura al pubblico del Palazzo del Quirinale, la «casa degli italiani»: tutti i giorni, non solo nei fine settimana come in precedenza, «in un percorso di convinto avvicinamento dell’istituzione ai cittadini», ha dichiarato il Presidente. La sua definitiva apertura a cittadini e turisti ha reso accessibili spazi prima preclusi, comprese la Collezione delle Carrozze e quella delle Vaselle, l’Ala Napoleonica con il fregio di Thorvaldsen nella Sala delle Dame e la Caserma dei Corazzieri con il suo grande mosaico romano di età imperiale. Senza dimenticare i giardini, prima visitabili soltanto il 2 giugno, Festa della Repubblica.

Ma non solo. È stato sempre il presidente Mattarella a voler aprire il Palazzo alla creatività più recente, attraverso le tre edizioni avviate nel 2019 di «Quirinale contemporaneo», che oggi mette a disposizione del pubblico oltre 200 opere d’arte e di design del secondo Novecento: Burri, Fontana, Carol Rama, Fabro, Scheggi, Nunzio, Rotella e Isgrò, e poi Gio Ponti, i fratelli Castiglioni, Enzo Mari e molti altri. Secondo Mattarella, «un progetto volto ad aggiornare l’immagine delle sedi istituzionali con opere d’arte e di design che aggiungono un’importante testimonianza pubblica dell’eccellenza italiana in questo settore, mai affievolita».

Uno degli ultimi atti del suo settennato, nel vasto complesso del Quirinale, è stata la liberazione del Palazzo San Felice dalle residenze di alti funzionari, per destinare gli spazi alla BiASA, Biblioteca Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte, unica tra le 46 biblioteche pubbliche italiane specializzata in storia dell’arte e archeologia. Progettata da Mario Botta, è stata sostenuta da Mattarella come «una grande operazione culturale che donerà a Roma, in un contesto centrale, un luogo dinamico di studio che guarda il futuro».

Un convinto incentivo è poi venuto da Mattarella ai concerti domenicali dalla Cappella Paolina (in diretta su Radio3), avviati da Carlo Azeglio Ciampi all’epoca della sua presidenza, ma che ha trovato «una maggiore compenetrazione con gli eventi pubblici nazionali», sottolineano dal personale interno del Quirinale: è il caso del Giorno della Memoria, la Giornate del Ricordo o la Giornata internazionale dei diritti della donna, sempre celebrate con appositi eventi musicali, che con Mattarella si sono aperti alla sperimentazione e al contemporaneo, chiamando artisti come Noa, Paolo Fresu, Chiara Civello, Rita Marcotulli ed Enrico Pieranunzi.

Non diversamente da quanto accaduto in occasione delle celebrazioni del 2 giugno con il coinvolgimento di Riccardo Muti, Salvatore Accardo, Daniele Gatti, Antonio Pappano, Mario Brunello e Beatrice Rana, oltre a Roberto Benigni per l’evento «eccezionale» nel settimo centenario della morte di Dante. Fino all’invito di Roberto Bolle, che ha segnato l’ingresso «clamoroso» della danza al Quirinale. Ma non solo. La Tenuta presidenziale di Castelporziano, dopo esser stata riserva di caccia e sito agreste, castello, sede di rappresentanza, luogo di ritiro della più alta carica istituzionale, è oggi aperta al pubblico come l’altra residenza di Villa Rosbery a Napoli, e propone percorsi naturalistici, archeologici e storico artistici.

Il sito web della Presidenza della Repubblica è divenuto un grande portale per illustrare questa offerta culturale enormemente cresciuta. Affianca alla pagina istituzionale un ricco archivio storico, reso pubblico il 2 giugno 2018 con percorsi tematici e risorse digitali, ma soprattutto un sito interamente dedicato al palazzo e alle attività culturali della Presidenza, da cui il pubblico ha accesso a storia e collezioni di tutte le sedi presidenziali, alle loro diverse attività (compresi concerti e mostre) e alle modalità di visita, in presenza e in forma virtuale e 3D. Tutto il patrimonio artistico del Quirinale è disponibile da remoto (con approfondimenti e opere in altissima definizione) grazie a Google Arts & Culture, frutto di un lavoro di quasi tre anni, il più ambizioso progetto realizzato da Google nel mondo con una sede istituzionale.

Molte delle azioni istituzionali sono state indirizzate dai gusti personali di Sergio Mattarella, in particolare la musica, l’arte e la lettura. Interessi mostrati con discrezione: Mattarella è «silenzioso per naturale propensione alla misura. Per una particolare vena di sicilianità», scrive il quirinalista del «Corriere della Sera» Marzio Breda nel suo recentissimo Capi senza Stato. I presidenti della grande crisi italiana (Marsilio).

Appassionato di musica sinfonica e di opera (ma anche di Mina, di cui assistette a uno degli ultimi concerti, a Viareggio, insieme al fratello Piersanti), anche da Presidente era abituato ad ascoltare i suoi dischi in vinile, portati con sé al Quirinale dalla sua casa di Palermo, e ora nella sua nuova residenza di Roma, dove ritroverà le sue altre passioni: i libri, soprattutto quelli dedicati all’amata storia contemporanea, e i dipinti dell’altrettanto amato vedutismo siciliano dell’Ottocento. Compresi due paesaggi ad olio di Francesco Lojacono. Nel 2015, uno dei suoi primi atti da presidente era stato presenziare all’inaugurazione nella sua Palermo di Villa Zito, la pinacoteca della Fondazione Sicilia in cui sono esposti i grandi paesaggisti siciliani.

La cultura al centro della vita privata e pubblica di Sergio Mattarella quindi. Una delle prime onorificenze da lui concesse, nel 2015, forse non a caso andò a Pasquale Rotondi, soprintendente durante la seconda guerra mondiale, «fulgido esempio di elette virtù civiche e di coerente testimonianza in difesa dell’arte e della cultura del Paese». Una difesa che, nella visione non statica di Mattarella, diventa conoscenza e fruizione del patrimonio artistico della Nazione: «Non dobbiamo sentirci custodi di un museo. Al contrario, i nostri tesori sono abitati, vissuti, vivi ogni giorno. E sta proprio alla nostra responsabilità continuare a farli vivere nel tempo, in modo che ci aiutino a rafforzare i nostri legami di comunità e diventino leva di saperi diffusi, di benessere, di crescita delle opportunità».

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