Turismo, si preannuncia un’estate di grandi numeri

Gennaio-febbraio 2023: 45,5% di presenze in più rispetto al 2022, in crescita anche rispetto al 2019 pre pandemia (anno record assoluto), +4,8% dei turisti italiani e +3,5% degli stranieri

Scene di consueto affollamento in piazza San Marco a Venezia
Arianna Antoniutti |

Sarà l’estate dei grandi numeri. Queste le aspettative (e anche le speranze) di quanti operano nel comparto turistico. Un incubo per chi ne prevede le conseguenze. Sarà l’estate della definitiva ripartenza, dopo i dati comunque confortanti del 2022, che marcavano i primi segnali di ripresa dopo la brusca frenata imposta dalla pandemia. Forse giova ricordarlo, perché potrà apparire come un ricordo ormai sbiadito, ma il 2019, per l’Italia, fu l’anno del record assoluto sul fronte dell’attività turistica: 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze negli esercizi ricettivi dislocati sul territorio nazionale. A numeri tanto elevati corrispondeva un altrettanto cospicuo valore aggiunto: 100 miliardi di euro di ricavi, corrispondenti al 6,2% del totale dell’economia nel 2019.
Oggi sono quelli i valori cui guardare, confortati dalle proiezioni sui primi dati bimestri dell’anno. Un’audizione dell’Istat presentata nel mese di maggio alla Camera dei Deputati (nell’ambito dello «Schema del piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023-27»), ha evidenziato le informazioni più recenti sull’andamento dei flussi turistici in Italia, raffrontandole con quelle degli anni appena trascorsi. Se, come detto, il 2022 aveva segnato un positivo rialzo delle presenze, il confronto con il 2019 era però ancora molto negativo: 34 milioni di unità in meno rispetto al periodo pre pandemico, con un -11,1% di clientela estera e -4,4% di clientela italiana. In tale scenario, appaiono invece realmente promettenti i numeri del bimestre gennaio-febbraio 2023, perché segnano un 45,5% di presenze complessive in più rispetto al medesimo bimestre 2022, e soprattutto perché, se confrontati con la stessa finestra temporale del 2019, rilevano una presenza di turisti italiani in aumento del 4,8% e di turisti stranieri del 3,5%. La conclusione dell’analisi dell’Istat è trionfalistica: «Se i dati relativi ai prossimi mesi confermeranno questa tendenza, sarà possibile registrare nel 2023 il pieno recupero, e persino il superamento, dei livelli pre pandemici».

Anche lavoro e shopping
Vanno nella medesima direzione i dati forniti ed elaborati dall’Enit, Agenzia Nazionale del Turismo: tra gennaio e marzo 2023 il turismo internazionale è aumentato dell’86% rispetto allo stesso periodo del 2022. A giugno si attendevano almeno 944mila passeggeri aeroportuali, un aumento dell’8,6% rispetto al 2022. Cresce soprattutto il turismo internazionale (la proporzione è 84% di provenienza internazionale e 16% di provenienza italiana). Quali sono i motivi che spingono il turista internazionale a scegliere l’Italia? Il nostro Paese è visto soprattutto come meta di vacanza (30% circa), non mancano i motivi di lavoro (21,4%), ma è destinazione favorita anche per lo shopping (11,8%). Il 71,7% dei flussi proviene dai Paesi dell’Unione Europea, principalmente da Francia e Germania. Non mancano, di contro, critiche ai flussi turistici in crescita sempre più accentuata e ai relativi problemi, direttamente indotti. Di certo non può essere annoverato fra le voci critiche il settore alberghiero: le strutture ricettive prenotate online avevano già saturato il 40% della propria disponibilità per il mese di giugno, il 27,9% invece per luglio e il 21,8% per agosto. Sempre stando alle prenotazioni delle Online Travel Agencies, le città d’arte sono scelte dal 33,1% dei viaggiatori, superate da quanti prediligono il lago (36,2%) e le destinazioni balneari (33,7%).

Lusso e sostenibilità
Questo il turismo di massa, ma cresce anche il desiderio di una vacanza sempre più su misura, costosa ma tagliata sulle proprie esigenze: è il luxury travel, ancora di nicchia ma in fase di espansione. L’Italia, soprattutto la Toscana e in parte le Langhe, ma anche le città d’arte come Firenze, Venezia e Roma, sono fra le destinazioni preferite per chi alla vacanza chiede esperienze di alta gamma, che vanno dall’enogastronomia alle visite di siti culturali e musei, sempre nel segno della privacy e dell’esclusività. È un giro d’affari che, solo nel 2020, aveva generato ricavi per 511 miliardi di dollari a livello mondiale. Altra tendenza che vedremo a breve svilupparsi è quella rivolta al turismo sostenibile, la risposta all’overtourism, anzi il suo esatto contrario. L’Unwto, Organizzazione Mondiale del Turismo, definisce come sostenibile il turismo consapevole del suo impatto sociale, economico e ambientale, presente e futuro. Una sensibilità sempre crescente, tanto che, secondo un recente studio effettuato dal Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi, il 70% dei turisti desidera viaggiare seguendo questa virtuosa inclinazione. L’Italia potrebbe essere una delle mete d’elezione per soggiorni improntati alla sostenibilità ambientale. Proprio per questo, il Ministero del Turismo ha creato un fondo, con dotazione di 50 milioni di euro per il 2024 e il 2025, destinato a sostenere e implementare il turismo sostenibile. Grandi numeri e sostenibilità, due corsi diametralmente opposti: quale sceglierà il turista del futuro, quale gli operatori e quale il Governo?

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