Maria Sancho-Arroyo
Leggi i suoi articoliSecondo gli economisti il blocco delle spedizioni nei grandi porti degli Stati Uniti, con la conseguente carenza di merci e l’impennata dei prezzi, non si risolveranno probabilmente almeno fino a tutta la metà del 2022, se non addirittura l’anno prossimo. La spedizione di un container attraverso i principali porti statunitensi richiede ora il triplo del tempo che impiega normalmente. I problemi che le aziende e i consumatori devono affrontare nascono da questioni in gran parte legate all’attuale pandemia. Gli Stati Uniti per molti anni hanno contato su una catena di approvvigionamento «just-in-time» che non è costruita per reagire a massicci sbalzi della domanda. Le pressioni stanno colpendo l’economia, imponendo vincoli in tutti i settori, dai negozi di alimentari al mondo dell’arte.
Proprio in quest’ultimo settore il trasporto delle opere d’arte sta affrontando una nuova serie di problemi: rotte di spedizione congestionate, aumenti dei costi e frustrazioni crescenti per la lentezza delle consegne in aggiunta alla carenza di manodopera, specialmente di operatori specializzati nel montaggio delle opere. I viaggi aerei, diminuiti del 60%, anch’essi costituiscono un grosso problema: con la riduzione del numero dei voli, i costi di spedizione delle opere d’arte sono quadruplicati rispetto alle tariffe in vigore prima della pandemia. Anche le rotte marittime hanno subito una battuta d’arresto dopo marzo 2020 e i container si sono ammassati nei porti statunitensi. Oggi il trasporto marittimo, anche se più economico di quello aereo, costa ancora il doppio rispetto a prima della pandemia.
I ritardi e gli aumenti delle tariffe stanno costringendo i galleristi a ripensare il numero di opere d’arte da portare nelle fiere, obbligando i compratori a riflettere bene prima di compiere un acquisto lontano dalla propria residenza, dal momento che le spese di spedizione potrebbero essere più alte dell’opera stessa e richiedere tempi molto lunghi per la consegna dei pezzi. Nel contempo anche i musei stanno rivalutando il numero di prestiti internazionali e pensando a organizzare mostre facendo un maggiore uso delle collezioni proprie.
Anche prima della pandemia, e in circostanze normali, la spedizione di opere d’arte era un processo difficile. Ora, non solo è più costoso, ma anche difficile da pianificare. L’ultima vittima è il Frieze Sculpture Beverly Hills, le installazioni di sculture previste per accompagnare la fiera d’arte di febbraio nel Beverly Gardens Park. Meno di tre settimane prima dell’apertura, Frieze L.A. ha comunicato l’annuncio della cancellazione. Tuttavia, la buona notizia è che la fiera stessa è andata avanti, dimostrando ancora una volta quanto il mercato dell’arte sia resiliente.
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