Tornquist biocromatico
«Tornquist ha aperto lo scrigno dei colori, quel piccolo universo delle apparenze dove la fisica moderna di Newton ha costruito certezze e Goethe ha motivato la sua storia, leggendo la natura e la naturale semplicità delle arti, guardando e sentendo, insieme al principio delle qualità», scrisse il critico Carlo Franza nel 1995 in merito all’artista austriaco (1938) a cui viene dedicata un’esposizione presso Villa Brandolini fino al 3 aprile.
Circa cinquanta le opere. Intitolata «Jorrit Tornquist e altre geometrie del colore», la mostra include confronti con i maestri del passato, tra cui Joseph Albers e Max Bill, con Hugo Demarco, Ulrich Erben e Kuno Gonschior, e infine con il più giovane Marco Casentini, che divide la sua attività tra l’Italia e la California. Di Tornquist, definito «alchimista» del colore, si possono vedere le opere inedite risalenti alla fine degli anni Cinquanta, per poi passare alla
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