To Listen To, l’arte di ascoltare
Presentata alle Gallerie d’Italia di Torino la seconda edizione del festival sperimentale che intreccia arte e musica, silenzio e rumore


È stata presentata oggi 5 settembre nelle Gallerie d’Italia a Torino la seconda edizione di To Listen To, l’innovativo festival dedicato all’ascolto. Nella sede che ha scelto la fotografia come strumento per raccontare il tempo presente, interlocutrice culturale della città e proseguimento della sua piazza più bella (San Carlo), il dialogo con la musica è la conseguenza naturale di un sostegno strutturale al sistema della cultura e all’interazione e sperimentazione dei suoi linguaggi. Il dialogo fra le arti e l’ispirazione extramusicale fornita dalle opere esposte nelle Gallerie d’Italia «sono state inoltre un’importantissima sollecitazioni per la creazione e interpretazione dei nostri musicisti», afferma Francesco Pennarola, direttore del Conservatorio di Torino.
Di scena dal 22 al 30 settembre in varie sedi cittadine, dalle Gallerie d’Italia-Piazza San Carlo, al Conservatorio, Villa della Regina, Flashback Habitat e Guido Costa Project, ideato da SMET (la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio torinese), il festival si compone di un programma di concerti, workshop, dialoghi e sessioni d’ascolto, installazioni sonore, videoconcerti e laboratori per bambini, tutti appuntamenti in cui il suono, sperimentale, moderno o contemporaneo, diventa protagonista di un’azione di ascolto consapevole in condizioni di percezione acustica ottimale.
«La sperimentazione musicale non è un’opportunità che riguarda unicamente i musicisti, ma anche gli ascoltatori, spiega Stefano Bassanese, coordinatore di SMET e direttore artistico del festival, ideato insieme a Boosta. È difficile poter sperimentare se non rivolti a una pratica d’ascolto attivo e consapevole. Oggi la questione della qualità diventa fondamentale: siamo abituati ad ascoltare male, sui telefonini o in contesti distrattivi dove la musica rimane in sottofondo. Moi invece vogliamo invitare il pubblico a un ascolto curioso e qualitativo. La nostra ambizione anche sociale è di riuscire a trasmettere l’idea di una libertà espressiva che va al di là dei generi musicali e delle categorie generazionali. Formare non significa formattare, ma liberare e valorizzare differenti potenzialità, sia nel pubblico sia negli artisti».
I primi tre giorni di festival, da venerdì 22 a domenica 24 settembre, sono ospitati negli spazi interni ed esterni delle Gallerie d’Italia con tre giorni di musica, incontri e laboratori attraverso cui «le Gallerie di Piazza San Carlo rafforzano il proprio ruolo di spazio vivo che accoglie, promuove e racconta nuove espressioni della creatività, lavorando in dialogo continuo con la città e in collaborazione con istituzioni, artisti e professionisti che condividono un approccio aperto, innovativo e inclusivo dell’approccio culturale», aggiunge Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore delle Gallerei d’Italia.
Tra le installazioni sonore spiccano gli Intonarumori futuristi (antenati dei sintonizzatori) riprodotti da Luciano Chessa con The Orchestra of Futuriste Noise, che ripropongono, tra gli altri, un frammento della composizione di Luigi Russolo «Risveglio di una città». «I rumori futuristi sono la vera origine della musica elettronica», aggiunge Bassanese, sottolineando la transdisciplinarietà e contaminazione dei linguaggi artistici contemporanei.
Tra le installazioni sonore anche «La Luce» di Giuseppe Chiari, opera audiovisiva fruibile nella galleria Guido Costa Project, un dialogo tra rumori e silenzio, luce e buio che s’interroga sul significato stesso della musica. E «Dimsnsion | Space» di Jacopo Foschi al Circolo del Design, un prisma al led e 4 speaker che analizzano la natura fisica dell’onda sonora.