Thaddaeus Ropac compie quarant’anni e festeggia con una collettiva «sfaccettata e multigenerazionale»

La storia della galleria ripercorsa nelle due sedi di Salisburgo da 150 opere di una settantina di artisti

«The Rice Meals» (1983), di Wolfgang Laib (particolare)
Flavia Foradini |  | Salisburgo

Sono una settantina gli artisti selezionati per la mostra celebrativa dei primi quarant’anni di attività di Thaddaeus Ropac (fino al 30 settembre). L’intento dei curatori Arne Ehmann, Katharina Abpurg e dello stesso titolare è di offrire «una mostra sfaccettata e multigenerazionale» che coinvolge mezzi espressivi diversi. Negli spazi di Villa Kast e della Salzburg Halle sono esposte 150 opere: lavori «storici» di autori rappresentati dalla galleria, che mettono in risalto gli sviluppi artistici della realtà austriaca, e altri creati appositamente per l’occasione (fra l’altro da Lisa Brice, Alvaro Barrington e Adrian Ghenie).  

Un particolare ruolo nella carrellata di opere è riservato a Georg Baselitz e Jean-Michel Basquiat, che furono tra i primi a dare fiducia al gallerista (recente è anche la mostra di Baselitz al Kunsthistorisches Museum di Vienna, cui Ropac ha dato un generoso sostegno). Quest’ultimò ha iniziato la sua carriera nell’arte contemporanea quando aveva 21 anni con l’apertura di un primo avamposto a Lienz (Tirolo) all’inizio degli anni ‘80.

Da allora l’attività è cresciuta grazie alla rappresentanza di nomi di primo piano nel panorama artistico, e anche grazie a un progressivo processo di internazionalizzazione che alle due sedi a Salisburgo (Villa Kast dal 1989 a Mirabell e la Salzburg Halle ricavata da un edificio industriale riconvertito, dal 2010), ha aggiunto due sedi a Parigi (nel Marais dal 1990 e dal 2012 in una vasta ex fabbrica nella banlieue di Pantin), una sede a Londra nel 2017 (la settecentesca Ely House a Mayfair), e dal 2021 una a Seul, in Corea (Fort Hill, nel distretto di Hannam-dong).

Quella verso l’Asia è un’apertura che continuerà: «È l’inizio di un percorso», sostiene Ropac, che spiega la scelta della capitale sudcoreana fra l’altro con la facilità di importare ed esportare arte: «Non ci sono né Iva né imposte doganali».

Nelle sue varie sedi, la galleria Ropac produce una quarantina di mostre all’anno, con artisti quali Andy Warhol e Erwin Wurm, Joseph Beuys e Gerwald Rockenschaub, Anselm Kiefer e Antony Gormley, Georg Baselitz, Tony Cragg e Sylvie Fleury. La mostra per il quarantennale è visitabile esclusivamente a Salisburgo.

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